Dell’agricoltura, purtroppo, si parla poco e male. Poco, perché rispetto all’importanza che ricopre a livello sociale il tempo e gli spazi dedicati alle attività agricole restano sempre irrisori.
E male, perché nove volte su dieci, per esser buoni, quando si parla di agricoltura lo si fa per riportare fattacci vergognosi.
Basti pensare a “Velenitaly”, servizio de “L’Espresso” del 2008 uscito in contemporanea con Vinitaly di Verona. Mastrussi enologici di ogni tipo emergevano dall’inchiesta, sebbene di fatto le molte paure per la salute dei consumatori si siano rivelate a posteriori solo fumo. Ma la botta mediatica fu tremenda, con strascichi legali perfino fra giornalisti.

In tempi più recenti venne l’affair “matrina”, alcaloide neurotossico estratto dalle radici di Sophora flavescens, una leguminosa diffusa in Cina e India. Nel luglio dell’anno appena passato ben 65 tonnellate di “fertilizzanti” vennero sequestrate perché, in realtà, servivano per controllare parassiti più che a nutrire le piante. E per giunta erano anche destinati al Bio, vista la loro composizione naturale. Lungo sarebbe poi l’elenco dei famosi prodotti a base di derivati dei semi di Neem, dai quali prima si estrae azadiractina, un insetticida anch’esso altrettanto naturale di cui spesso restano tracce importanti nel sedicente “fertilizzante”.
 
Contro le derive del business selvaggio dei fertilizzanti si è anche espressa più volte Federchimica, sempre più impegnata sul fronte della qualità dei prodotti nutrizionali. Come pure la normativa si sta evolvendo verso standard più moderni rispetto al passato. Se nutrire le piante è infatti impegno irrinunciabile per chi voglia raccogliere al meglio, i prodotti da utilizzare devono anch’essi offrire il massimo delle garanzie in termini di contenuti e di rispetto per ambiente, utilizzatori e anche consumatori.
 
In Italia, nel mezzo di una pletora di formulatori “da prezzo”, esistono per fortuna anche realtà che hanno investito molto e che continuano a investire per offrire prodotti di altro profilo qualitativo. Sarà bene quindi che gli agricoltori si orientino sempre più verso questi brand: è interesse di tutti, anche il loro.