Basteranno le analisi del vino eseguite con dei kit portatili per conosce l’esito del “test del Dna” e stabilire con certezza la tipologia di vigneto di origine. Tutto questo sarà possibile grazie al progetto che l’Istituto di bioscienze e biorisorse del Cnr di Palermo ha svolto in collaborazione con la società di ricerca e sviluppo Bionat Italia Srl.
Poche gocce, ed in soli 30 minuti sarà possibile tracciare l'origine di un prodotto, tramite l’identificazione genetica delle sequenze dei vitigni ed il successivo confronto con quanto riportato nelle etichette delle bottiglie, tutelando consumatori e produttori da informazioni mendaci e truffe.

Oggi, i vini “certificati geneticamente” sono già disponibili presso cinque cantine siciliane che hanno aderito al progetto e grazie ai risultati ottenuti Bionat Italia ha in programma di industrializzare e commercializzare strumenti portatili di rapido e semplice utilizzo, anche al fine di contribuire alla valorizzazione delle produzioni vitivinicole di qualità.

“Queste tecniche modificano radicalmente l’approccio delle attuali certificazioni Doc, Dop o Igp basate sul solo monitoraggio dei processi di produzione - spiega Francesco Carimi dell’Ibbr-Cnr, che aggiunge - La caratterizzazione genetica, infatti, permette di individuare in maniera definitiva, attraverso analisi molecolari, i vitigni utilizzati nella vinificazione, rilevando subito la presenza di eventuali adulterazioni”.

La ricerca, realizzata nell’ambito del Piano di sviluppo rurale della Regione Sicilia 2007/2009, rappresenta un ulteriore sviluppo degli studi già intrapresi dall’Istituto nel settore della tracciabilità dei prodotti agroalimentari. Un ambito di ricerca che contribuisce anche a far riscoprire varietà minori di interesse locale "dimenticate" dai mercati.

“Il vino è storia, cultura, racconto del territorio - conclude Carimi - Attraverso le nostre analisi spesso riusciamo a coniugare l’obiettivo della tracciabilità con il riconoscimento o la riscoperta di vitigni tipici da valorizzare e da tutelare, ad esempio consultando testi antichi o raccogliendo i racconti di vecchi contadini, la vera "memoria storica" del nostro Paese”.