Mentre si avvicinano le date del 27 e 28 aprile, quando il Comitato permanente europeo per la salute delle piante in seno alla Commissione europea dovrà decidere se le azioni previste nel piano di contrasto alla Xylella fastidiosa, attuato dal commissario straordinario Giuseppe Silletti , dovranno essere inasprite oppure no, un altro Paese decide di chiudere le frontiere ai vivai, questa volta di tutta Italia: il Marocco.

Il Marocco ha deciso, a seguito dell'espandersi dei problemi legati alla Xylella fastidiosa negli uliveti pugliesi, di sospendere l'importazione di molte specie di piante dall'Italia. Lo hanno riferito ieri alcuni siti d’informazione marocchini, che pure sottolineano come le autorità italiane stiano combattendo, con misure drastiche, quali l'abbattimento delle piante malate, il batterio della Xylella fastidiosa.
Il provvedimento di sospensione dell'importazione dall'Italia riguarda, oltre gli olivi, anche altre piante: agrumi, viti, oleandri, querce e rose. Eppure, fino ad oggi, in Marocco non è stato segnalato alcun caso di ulivi toccati dal batterio.

Dura la reazione di Coldiretti Puglia di ieri.

“La Puglia, dopo aver pagato il prezzo dell’accordo euro-mediterraneo tra Ue e Marocco che ha causato l’invasione del mercato di pomodori ciliegino marocchini a basso costo, subisce il ridicolo embargo da parte del Paese maghrebino verso il quale le esportazioni pugliesi sono praticamente nulle – dice Gianni Cantele, presidente di Coldiretti Puglia, che ricorda – Tutto questo avviene mentre la Commissione Europea non ha ancora disposto lo stop alle importazioni di piante provenienti da Paesi extra Ue, eccezion fatta per vite e agrumi, al fine di bloccare il commercio di materiale vegetale infetto. Pertanto – continua Cantele - dall’Olanda possono entrare piante infette, come quelle di caffè che sono state ritrovate nei vivai lombardi e parigini, a distanza di due anni dall’infezione verificatasi in Puglia. Intanto, ha messo in quarantena da oltre un anno vivai e olivicoltori pugliesi”.

Coldiretti Puglia denuncia il sistema di regole europee che facilita le importazioni di qualsiasi bene, spesso anche senza le giuste garanzie per i consumatori, mentre rende difficili, per assurdo, le esportazioni. “L'aggravante è che i flussi commerciali continuano e l'Ue ha posto l'embargo ai nostri vivai – sottolinea Coldiretti Puglia - ma non ha risolto il problema Xylella alla fonte, ovvero realizzando i centri di quarantena fitosanitaria all'ingresso dell'Europa”.

E Coldiretti Puglia, nel ricordare i termini dell’accordo commerciale euro-mediterraneo stipulato tra Unione europea e Marocco afferma che in quel Paese “E’ consentito l’uso di antiparassitari - vietati in Europa - che espongono i consumatori italiani a rischi sanitari e fanno concorrenza sleale alle produzioni locali. Per non parlare delle scarse condizioni igienico-sanitarie e delle pericolose acque utilizzate per l’irrigazione e che hanno portato ai casi di intossicazione alimentare con gravi “sintomi digestivi” ascrivibili al consumo di pomodori ciliegini”.

“Siamo increduli di fronte alla posizione di un Paese che può permettersi di vendere a bassi prezzi per i minori costi di produzione, per il basso costo della manodopera,– aggiunge il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti  – ma anche per la difesa antiparassitaria che può contare su decine di principi attivi non più utilizzabili dai produttori comunitari. Basti pensare – conclude Corsetti - al famigerato bromuro di metile, bandito dall’Ue perché dannoso nei confronti dell’ambiente, che i produttori marocchini possono continuare ad utilizzare, determinando un ulteriore svantaggio per le produzioni comunitarie. Il tutto con buona pace dell’etica, della coerenza e della reciprocità delle regole produttive che dovrebbero guidare l’Ue quando stipula accordi di questo tipo”.