La Sicilia teme il contagio della Xylella fastidiosa e si attrezza per combattere l’eventuale sbarco del Complesso del disseccamento rapido dell’olivo sull’isola. E il Servizio fitosanitario della Regione Siciliana ha già effettuato le prime analisi su reperti di olivo sospettati di essere stati già colpiti dal male, un sospetto rimasto tale, poiché i risultati della ricerca della Xylella fastidiosa hanno dato esito negativo.

Lo rende noto l’assessore regionale all’agricoltura della Regione Siciliana Nino Caleca, che si affretta a dire: ”Da noi la Xylella fastidiosa non è ancora arrivata, ma ci sono dei campanelli d’allarme. Nel ragusano sono stati segnalati due focolai - prosegue l’assessore, che aggiunge – abbiamo sottoposto ad attente analisi di laboratorio i residui di potatura di due olivi per individuare la presenza o meno del batterio killer. E sulla base dei risultati delle ispezioni condotte dal Servizio fitosanitario regionale, possiamo affermare che l'intero territorio della regione Sicilia è indenne da Xylella fastidiosa.

E Caleca avverte: ”In ogni caso, con l’Istituto regionale vini ed oli di Sicilia abbiamo elaborato un piano di intervento rapido. Anche se si tratta di un falso allarme. Con il commissario straordinario dell’Irvo, Antonino Di Giacomo, abbiamo stabilito, infatti, di non tralasciare alcuna segnalazione e di svolgere gli opportuni accertamenti in modo da isolare ogni focolaio che ci verrà segnalato. La prevenzione è fondamentale assieme ai controlli”.

Caleca poi ricorda: Non abbiamo posto finora limitazioni all’importazione di piante in Sicilia, come ha già fatto la Francia per 102 specie provenienti dalla Puglia. Ma il livello di allarme resta comunque molto alto”.

In Sicilia, un aiuto al propagarsi dell’eventuale infezione potrebbe pervenire dalla ampie aree incolte, dove la cicalina sputacchina finirebbe con l’annidarsi, fino ad inoculare la Xylella fastidiosa nelle piante di olivo poste in proprietà confinanti.

Non a caso nelle scorse ore Coldiretti Sicilia, per tutelare gli oliveti ha chiesto un incontro urgente al direttore regionale del Demanio. "Siamo pronti a varare una task force - annuncia l’organizzazione - per pulire i terreni incolti ed eventualmente quelli demaniali abbandonati".
Il presidente di Coldiretti siciliana, Alessandro Chiarelli, pure soddisfatto per il falso allarme del ragusano, ha detto: “Non dobbiamo abbassare la guardia ed evitare assolutamente che entrino nell'isola piante infette”.