L’interporto di Marcianise - Maddaloni vorrebbe allargarsi verso la provincia di Napoli a danno della produzione agricola in un contesto di forti tensioni alimentato dalla tempesta mediatica Terra dei fuochi.

Recentemente la Società Interporto Sud Europa Spa ha presentato al comune di Acerra la richiesta di trasformazione della destinazione d’uso del suolo da agricolo ad industriale - per circa 800 ettari - per la realizzazione del proprio progetto di ampliamento della piattaforma logistica per lo smistamento delle merci del Sud Europa.

Un caso di eccessivo consumo di suolo che si sommerebbe ad altri: solo dai dati del Censimento dell’Agricoltura dell’Istat 2010, risulta che la perdita di Sau della Campania sul 2000 è stata pari al 6,6%, contro un analogo dato nazionale del 2,2%.
Tutto questo e molto altro è contenuto nel documento "Appello per la salvezza di Campania Felix" elaborato e sottoscritto da Coldiretti insieme all’Associazione èidos e Isde medici per l’ambiente Napoli ed altre numerose associazioni, comitati campani e autorevoli personalità del mondo della cultura e delle professioni che è stato presentato alla stampa ieri mattina ad Acerra, presso la sede regionale di Isde medici per l’ambiente, per scongiurare l’annientamento di una parte enorme del residuo patrimonio agricolo campano, aggravando ulteriormente l’attuale situazione di disordine, frammentazione e impoverimento territoriale.

Il progetto di ampliamento della piattaforma logistica per lo smistamento delle merci del Sud Europa, oltre a manifestarsi come un’ingiustificata e antieconomica operazione di consumo di suolo, rispondente a pratiche e principi distorti e sterili di sviluppo e di ordine speculativo immobiliare, confligge – denuncia il documento - in maniera evidente con le “annunciate” politiche di riequilibrio territoriale e di sviluppo sostenibile, espresse nei vari documenti della programmazione e pianificazione territoriale assunti dagli Enti competenti e con gli indirizzi tanto di ordine programmatico, quanto di tipo procedurale”.

L’impressionante consumo di suoli avvenuto negli ultimi 40 anni, soprattutto in provincia di Napoli, per gli interventi infrastrutturali di natura soprattutto commerciale ed industriale, che poco si sono relazionati al contesto socio-economico - rileva il documento - non solo ha prodotto un forte scadimento della qualità territoriale, cancellando identità, valori, funzioni e specificità di vaste aree, senza peraltro apportare benefici in termini occupazionali, ma ha creato addirittura uno stato di patologia ambientale di cui la popolazione paga oggi le pesanti conseguenze”.

In tal senso – afferma invece il presidente di Coldiretti Napoli Emanuele Guardascione – la risorsa territorio agricolo, può, invece, configurarsi, ora che i qualificati controlli effettuati documentano e attestano la salubrità dei prodotti agricoli locali, come mai caposaldo di una nuova ipotesi di riqualificazione ed organizzazione sociale ed economica dell’intera Regione ed è per questo fondamentale frenare il consumo di irriproducibile suolo senza eguali in termini di fertilità e di salutari produzioni fortemente legate da sempre allo sviluppo dell’economia e dell’identità culturale delle popolazioni campane”.

Per il presidente della Coldiretti di Napoli “Bisogna impedire l’allargamento incontrollato e ingiustificato di estese superfici urbanizzate, puntando a riqualificare le aree degradate intorno alle città, superando la frattura tra città e campagna, rigenerando il patrimonio storico esistente, riqualificando con abbattimenti e riconversioni le aree a bassa qualità edilizia e mantenendo le terre all’agricoltura, alla silvicoltura ed agli usi ad esse correlati”.