Ieri una delegazione di Agrinsieme, il coordinamento che raggruppa Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative agroalimentari italiane, composta da Dino Scanavino, Mario Guidi, Giorgio Mercuri, Elia Fiorillo, Giuseppe Piscopo e Rossana Zambelli ha incontrato i rappresentanti della Conferenza Stato Regioni, in particolare Sergio Chiamparino e il coordinatore degli assessori regionali all’agricoltura Fabrizio Nardoni. All’ordine del giorno della riunione il complesso delle difficoltà che sta attraversando il settore primario del Bel Paese: dalla questione Imu agricola, passando per la complicata gestione della Pac e dei relativi Psr, Piani di sviluppo rurale che coinvolgono le Regioni, per arrivare ai problemi dei mercati internazionali e di una fiscalità che è divenuta opprimente per le aziende agricole.

Soddisfazione è stata espressa da Agrinsieme sulla disponibilità mostrata dalla Conferenza Stato Regioni nel recepire le istanze del mondo agricolo: il presidente Chiamparino si è detto pronto a mettere in campo tutto l’impegno, nell’ambito dei suoi poteri, per sostenere l’agricoltura italiana ritenuta risorsa fondamentale per il Paese. "Tanto più ora – ha aggiunto - che i nostri giovani guardano all’agricoltura con interesse. Dobbiamo lavorare - ha proseguito - per dare certezze e valore alle filiere per rendere appetibile il settore alle nuove generazioni. Salta purtroppo all’occhio il divario tra produzione industriale e artigianale. Va data senz’altro maggior attenzione al territorio, alla produzione, alla trasformazione e al mercato", ha concluso Chiamparino.

Agrinsieme, per voce dei presidenti delle organizzazioni che la compongono, ha evidenziato alla Conferenza Stato Regioni una serie di problematiche stringenti per il settore che richiedono risposte repentine. Per Agrinsieme istituzioni e politica devono mostrare concretamente altro tipo di attenzione verso il settore primario, attraverso una strategia che miri agli investimenti, alla semplificazione, al sostegno per le imprese sull’export, ad una rivisitazione sostanziale della fiscalità che sta bloccando ogni possibilità di sviluppo. Agrinsieme ha quindi rimarcato come il rischio concreto sia che i programmi del Governo rimangano sulla carta se non verranno realizzati i necessari interventi strutturali e ha chiesto un maggiore impegno alle regioni rispetto all'aggregazione dell'offerta, specie attraverso l'innalzamento dei parametri di riconoscimento delle organizzazioni dei produttori, al fine di creare strutture forti in grado di reggere alle pressioni del mercato.