Abbiamo questa straordinaria forza, la diversità dei nostri tanti prodotti, ma manca ancora una logica per fare sistema. L’Expo Milano 2015 è una grande sfida che dobbiamo cogliere, perché presentiamo il meglio di quello che siamo: la dieta mediterranea che è la sintesi delle nostre produzioni agroalimentari e che nel 2010 è stata dichiarata Patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco”.

Così stamane, presso il Palazzo dei Congressi della Mostra d’Oltremare di Napoli, Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, durante la prima parte della giornata di presentazione della partecipazione della Regione Campania a Expo 2015.
Ad aprire i lavori, insieme al presidente campano, il capo della giunta regionale della Lombardia, Roberto Maroni. Insieme i due hanno introdotto il tema “I sette pilastri della dieta mediterranea”. Una conversazione intervallata da vari collegamenti con un’altra sala, dove sette chef stellati della Campania, Don Alfonoso Iaccarino in testa, hanno materialmente presentato i sette prodotti base della dieta mediterranea ai giovani delle scuole superiori: cereali, legumi, olio di oliva, frutta e verdura, pesce, latticini e carni bianche. La Campania, in particolare l’area cilentana, fu scelta dal codificatore della dieta mediterranea Ancel Keys prima come obiettivo della sua sperimentazione, che dimostrò tutti i vantaggi di questo tipo di alimentazione, e poi come residenza personale.

In Campania le nostre produzioni agroalimentari coprono l’intera piramide alimentare della dieta mediterranea, ma sono a rischio contraffazione ed il nostro obiettivo primario è proteggerne la tipicità, e al tempo stesso salvaguardarne la salubrità – ha detto ancora Caldoro, che ha aggiunto – Su questo ultimo punto il nostro progetto Campania SiCura, con il quale stiamo dotando le aziende agroalimentari della regione di un QR Code che consenta ai consumatori di effettuare una rintracciabilità in tempo reale tramite smarphone, è all’avanguardia”.

Maroni ha sottolineato: “In Lombardia abbiamo indotto alcune catene alimentari ad avere degli scaffali dedicati al made in Italy: riteniamo che tali iniziative servano a fare educazione alimentare, senza la quale tutto quanto andiamo dicendo risulterebbe vano”.
Per Maroni “Investire sull’educazione alimentare è vincente e nelle scuole stiamo sviluppando iniziative in tal senso, per educare ad una sana e corretta alimentazione, perché tutelare il made in Italy combattendo lo smercio di cibi contraffatti ed educare ad una dieta equilibrata sono le due facce della stessa medaglia, che rappresenta la prima forma di welfare: ci sono meno malanni, aumenta il benessere dei cittadini e si riduce la spesa sanitaria”.

Caldoro ha aggiunto: “E’ importante far conoscere la dieta mediterranea legandola ai luoghi dove è nata, utilizzando gli attrattori turistici del territorio, che possono diventare uno strumento formidabile per diffonderne l’utilità”.
Maroni, scherzando, ha concluso dicendo “Detto tutto questo continuerò a mangiare il risotto alla milanese con l’ossobuco, ma solo una volta al mese”.

Nel pomeriggio sono previsti vari tavoli di approfondimento su alcuni aspetti del tema “Verso la carta mediterranea dell’infanzia”. Una necessità: la Campania, è oggi – paradossalmente e ad onta della dieta mediterranea - la prima regione d’Italia per numero di bambini e adolescenti in sovrappeso e a rischio obesità.

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