Si concluderà domani, martedì 10 marzo, la nona edizione del Salone degli extra vergini tipici e di qualità Olio Capitale. L'evento, organizzato da Aries e supportato dalla partnership strategica dell'Associazione Città dell'Olio, è "veicolo sempre più importante di promozione dell'extra vergine made in Italy nel mondo" ha dichiarato Colomba Mongiello, vicepresidente Commissione Anticontraffazione e membro della Commissione Agricoltura, nel corso dell'inaugurazioen della manifestazione lo scorso 7 marzo.

Continuare a scommettere sulla qualità in un anno da dimenticare è il motore di questa edizione: “Ringraziamo i 250 produttori che qui, oggi, sono i protagonisti – ha afffermato Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio di Trieste -. Anche in questo anno di crisi avremo il nostro prestigioso Concorso Olio Capitale, con formula e regolamento invariati, e buyer e operatori professionali giunti da tutto il mondo per scoprire il meglio dell'Italia olivicola”.

La produzione è in crollo in tutto il Mediterraneo, ma consumi crescono, specie nei Paesi extra-Ue: è questa l'istantanea della situazione produttiva olivicola nel Mediterraneo 2014-2015 emersa nella giornata inaugurale della kermesse. Il Bacino del Mediterraneo produce il 96% dell'extra vergine a livello mondiale, ma quest'anno ha subito una flessione profonda: le stime Coi relative alla produzione della campagna olivicola 2014/2015 nel Mediterraneo parlano di 2,4 milioni di tonnellate, -27% di rispetto al 2013/14. Si registra un crollo di circa il 38% in Unione europea dove in particolare ha influito il dimezzamento della produzione in Spagna per la quale si parla di circa 830 mila tonnellate, quindi di meno della metà dell’anno precedente (-54%). Male anche l’Italia (-35%), mentre risultano in crescita significativa Grecia che raddoppia la propria produzione e la Tunisia. “Abbiamo prodotto il minimo storico ha ricordato Mongiello – con 250mila tonnellate siamo stati superati dalla Grecia. Dobbiamo restituire a questa coltura, il giusto valore e la giusta preminenza. Abbiamo presentato un piano olivicolo straordinario, serve una terapia choc per aiutare l'olivicoltura italiana”.

Al quadro produttivo scoraggiante fa da contraltare il trend di crescita dei consumi, specie in Paesi extra-Ue, Usa e Cina in primis: “Il dato positivo riguarda gli scambi internazionali che aumentano: una partita a due giocata quasi per intero dalla Spagna e dall’Italia nella duplice veste di principale Paese importatore e di secondo esportatore – spiega Enrico Lupi, presidente dell’Associazione Città dell’Olio e di Re.co.Med Rete delle Associazioni dell’Olio del Mediterraneo -. I dati dei primi nove mesi del 2014 mettono in evidenza un incremento della domanda da parte di molti dei principali Paesi tradizionalmente importatori a partire dall’Italia. Ma sono soprattutto Stati Uniti e Cina a fare la parte del leone come portatori di una nuova domanda di olio. Un dato da tesaurizzare in previsione di Expo 2015”.