Quando diciamo Vinitaly rappresentiamo al massimo l’esperienza vitivinicola nazionale, legata a doppio filo alla grande occasione di Expo. Un percorso tracciato già un anno fa, quando abbiamo iniziato a immaginare la collaborazione in vista dell’Esposizione universale di Milano, in particolare per il Padiglione del vino italiano. Ecco perché Vinitaly sarà sicuramente l’occasione per fare il punto rispetto ai 12 mesi di lavoro che abbiamo alle spalle: dal decreto sui diritti d’impianto a ‘Campolibero’, con alcune scelte di semplificazione, come la diffida prima della sanzione e la dematerializzazione dei registri vitivinicoli che, nelle prossime giornate, taglierà burocrazia per oltre 25mila operatori. Il settore del vino, con 14 miliardi di euro di fatturato e oltre 5 miliardi di export, rappresenta al meglio la capacità italiana di uscire dalla crisi e rilanciare.
Per sostenere ancora meglio le esportazioni, il Governo ha varato un piano sull’internazionalizzazione che, per la prima volta, pone l’agroalimentare al centro di un sistema integrato. E chiaro che, in questo contesto, il settore vitivinicolo ha un ruolo fondamentale. L’obiettivo di quest’anno resta il testo unico per il vino: sono convinto che un lavoro serio tra Governo e Parlamento possa portare davvero alla definizione di uno strumento in grado di aiutare tutto il sistema
”. Sono queste le parole del ministro delle Politiche agricole con delega ad Expo, Maurizio Martina, in occasione della presentazione della 49° edizione di Vinitaly (Verona, 22-25 marzo).

Il supporto del Governo al settore è stato ricordato anche dal presidente di Veronafiere Ettore Riello che ha dichiarato: "Siamo consapevoli del ruolo che ci è stato riconosciuto dalle aziende e dalle istituzioni di piattaforma di servizi per l’internazionalizzazione delle imprese. Con questo impegno stiamo lavorando per raggiungere l’obiettivo lanciato lo scorso anno dal presidente del Consiglio Matteo Renzi in visita a Vinitaly, di incrementare l’export di vino del 50% entro il 2020". Giovanni Mantovani, direttore generale dell'Ente fieristico di Verona ha aggiunto: "Vinitaly 2015 sarà punto di arrivo di un’intensa attività di incoming, che abbiamo potenziato con il supporto del Mise, dell’Italian trade agency – Ice e anche grazie al Mipaaf. L’unione delle forze ci ha permesso di coinvolgere buyer e delegazioni di operatori selezionati da tutto il mondo, con un incremento dell’investimento finanziario del 34% rispetto allo scorso anno".

La 49ª edizione di Vinitaly è stata pensata per permettere a produttori e operatori di amplificare al massimo le opportunità che si stanno delineando e per crearne di nuove. Incontri b2b sono stati organizzati tra i buyer delle delegazioni ospitate e le aziende espositrici all’interno dell’International Buyer Lounge. Un grande convegno approfondirà il tema delle trattative Ttip. A questo, si aggiungono i focus su Hong Kong, Cina, Usa, Russia, Brasile e Australia.
La fiducia sulla qualità delle iniziative di Vinitaly è confermata dal consolidamento oltre quota 4.000 del numero di espositori e della superficie occupata sopra i 91.000 metri quadrati, che diventano 100.000 con Sol&Agrifood ed Enolitech, i saloni dell’agroalimentare di qualità (con la parte dedicata all’olio extravergine di oliva realizzata in collaborazione con Unaprol) e dei mezzi tecnici per la filiera del vino e dell’olio che si svolgono in contemporanea.

Tra le iniziative di Vinitaly, OperaWine in programma il 21 marzo in collaborazione con l’autorevole rivista americana Wine Spectator e, dal 16 al 20 marzo sempre a Verona, il primo Corso di certificazione per specialisti del vino italiano. Si tratta di un’innovativa iniziativa Via, Vinitaly iternational academy (il progetto educativo di Vinitaly International con la direzione scientifica di Ian D’Agata), che rilascia, dopo un esame finale, due livelli di certificazione: Italian wine ambassador (Iwa) e Italian wine expert (Iwe). Sempre organizzate dalla Via, tre Master Class+ durante Vinitaly, non solo di vini italiani. In collaborazione con Ismea un convegno sui vini artigianali. A Vinitaly, anche la presentazione ufficiale di Vino, A taste of Italy, il padiglione del vino all’interno del Padiglione Italia dell’Esposizione universale di Milano, realizzato da Veronafiere-Vinitaly su incarico del ministero delle Politiche agricole, Padiglione Italia ed Expo 2015 Spa.

L'importanza dei mercati internazionali sarà sottolineata anche dalla presenza di oltre 180 aziende vitivinicole aderenti all’Alleanza delle cooperative italiane che parteciperanno alla prossima edizione di Vinitaly sotto l’insegna del “km illimitato”, a testimoniare la crescente propensione all’export delle aziende cooperative, che con un fatturato aggregato di 4,2 miliardi di euro rappresentano il 58% della produzione vitivinicola italiana. Nel 2014 il fatturato derivante dall’export delle circa 500 cantine cooperative attive in Italia ha raggiunto la quota di 1,9 miliardi di euro, pari al 37% circa di tutto il valore del vino commercializzato all’estero, che si attesta intorno a 5,1 miliardi. Di tutti i settori agroalimentari, il vino è sicuramente il comparto cooperativo maggiormente internazionalizzato con il 60% delle cantine che può essere definito esportatore abituale. In alcuni casi, le vendite all’estero rappresentano ben oltre il 50% del fatturato generato dalla cantina, toccando punte del 70-80% in quelle realtà che hanno fatto della vocazione all’export lo strumento principale per affrontare un periodo in cui i mercati più dinamici sono sempre più spesso quelli più lontani.
Cantine Riunite & Giv, Caviro, Mezzacorona, Cavit, Soave, Gruppo Cevico, La Vis e Collis Veneto Wine Group sono le cooperative presenti stabilmente nella classifica delle prime 20 aziende italiane del vino stilata dal Centro Studi Mediobanca.