La Commissione viticoltura a forte pendenza dell’Assemblea delle regioni europee viticole (Arev) si è riunita il 23 gennaio a Torino, Capoluogo del Piemonte, sotto l’egida dell’assessore all’Agricoltura del Piemonte, Giorgio Ferrero, e del vicepresidente del Collegio professionale dell’Arev, Ettore Ponzo. I delegati di una dozzina di Regioni viticole e Denominazioni europee* particolarmente interessate dall’handicap naturale costituito dalle forti pendenze (più del 30%) si sono concentrati sulle misure da raccomandare alle Istituzioni europee per salvaguardare, organizzare e valorizzare questi patrimoni eccezionali dimenticati dall’ultima riforma della Pac.

Sottolineando il carattere irrimpiazzabile di quest’agricoltura nelle sue importanti e molteplici funzioni: socioeconomica (mantenimento dell’attività e del lavoro, valorizzazione dei territori), paesaggistica (attrattività turistica, enoturismo), ambientale (preservazione dei suoli, gestione idraulica) e nell’impossibilità di un utilizzo alternativo questi territori, l’Arev richiede un trattamenteo specifico e decide di richiamare l’attenzione della Commissione e del Parlamento su misure di rapida attuazione per attenuare il divario importante di competitività esistente con la viticoltura di pianura. 

A ragione dello snellimento, a partire dal 2016, dei regolamenti sulla piantagione, l’Arev si aspetta un aggravamento della pressione concorrenziale e teme  una delocalizzazione progressiva dei vigneti a forte pendenza verso le pianure per trasferimento delle autorizzazioni di piantagione.
L’Arev chiede quindi che si introduca immediatamente negli atti delegati e negli atti d’esecuzione dell’Ocm un divieto di trasferimento delle autorizzazioni di piantagione riguardanti le zone a forte pendenza verso le zone pianeggianti. L’Assemblea delle Regioni europee viticole richiede inoltre che venga riconosciuto uno Statuto specifico per questo tipo di viticoltura in pericolo e che vengano predisposte misure d’aiuto specifiche nei due pilastri della Pac.