Una rivoluzione nel comparto agricolo, almeno per quanto riguarda il rapporto tra produttori e istituzioni. Questo sarebbe il risultato della realizzazione del “Piano Agricoltura 2.0 – Servizi innovativi per semplificare” presentato dal ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, in occasione della prima conferenza di Agrinsieme dal titolo “#Campoliberofinoinfondo. Dai falsi miti ai veri punti di forza: ripartire per un agroalimentare competitivo”, che si è tenuta il 18 novembre presso l’Auditorium della Conciliazione a Roma.

Obiettivo del piano è mettere l’amministrazione al servizio degli agricoltori dando il via a un’innovazione concordata con le Regioni per giungere alla tanto richiesta sburocratizzazione e semplificazione delle attività agricole per 1,5 milioni di aziende, che passeranno dai 25 kg di carta annui che sono costretti a compilare ora, a zero (o quasi).

Il piano, che al momento ci è dato di conoscere solo per sommi capi, consiste in un Sistema informativo agricolo federato (Sian) basato sulle best practices di settore e su tecnologie e piattaforme open source,  e si articola in sei strumenti principali che comprendono:

• Anagrafe unica delle aziende agricole: istituzione di un database federato degli Organismi Pagatori (cloud) che integra e rende disponibili tutte le informazioni aggiornate su base territoriale. Ciò consentirà di disporre costantemente di informazioni aggiornate a livello nazionale per far fronte alle richieste della Commissione Europea

• Un solo fascicolo aziendale: vengono messi insieme il piano colturale, il piano assicurativo individuale e il quaderno di campagna, ossia quello che era gestito in modo separato. Il fascicolo sarà il contenitore unico e univoco di tutte le informazioni dichiarate dal produttore e certificate dall’amministrazione relative all’azienda e alla sua attività. Le imprese faranno una sola dichiarazione che sarà poi condivisa tra amministrazioni. Dovranno dichiarare il 50% di dati in meno rispetto ad oggi. Meno oneri burocratici e informazioni coerenti ed omogenee sulle quali basare tutti gli aiuti all’azienda, con un duplice risultato: semplificazione per l’agricoltore e maggiore efficienza dei controlli a carico dell’Amministrazione.

• Domanda Pac precompilata da marzo 2015: disponibile on-line sul portale Sian da marzo 2015. Il produttore (autonomamente o assistito dal Caa) potrà dare semplice conferma dei dati pre-inseriti con un click o integrare e completare le informazioni. La sottoscrizione delle domande avverrà tramite un codice Pin che sostituirà la firma.

• Introduzione pagamento anticipato a giugno 2015: sarà possibile erogare l’anticipo dei pagamenti Pac fino al 100% dell’importo dovuto, per le aziende che ne faranno richiesta all’atto della domanda, direttamente a giugno  invece che a dicembre, tramite accesso al credito bancario. Si tratta di una platea potenziale di circa 1 milione di aziende per oltre 4 miliardi di euro di pagamenti Pac.

• Banca dati unica dei certificati (AgeaRep): sarà coordinata dal Sian a livello nazionale la raccolta, la durata e la validità delle certificazioni (antimafia, Durc, ecc.), evitando alle aziende di presentare la stessa documentazione a diverse amministrazioni ovvero più volte in base alle domande presentate. In questo modo sarà possibile accelerare l’iter delle domande, limitando al massimo i tempi di attesa per il rilascio delle certificazioni. Oltre che per le aziende, la novità porterà vantaggi anche agli organismi pagatori, in grado di economizzare i controlli della documentazione presentata.

• Domanda unificata: a partire dal 2016 ciascuna azienda potrà presentare, autonomamente o recandosi presso qualsiasi struttura di assistenza (Caa) presente sul territorio nazionale, un’unica domanda di aiuto, che accorpi le richieste Pac, Uma, Psr, assicurazioni, ecc. Si evita così alle imprese la compilazione di una infinità di moduli e il successivo tour degli sportelli. Sarà cura del Sian smistare alle amministrazioni competenti la relativa “parte” di domanda per la successiva istruttoria e avviare i singoli procedimenti.

La tabella di marcia è serrata: le semplificazioni normative e amministrative saranno studiate da un gruppo di lavoro costituito da rappresentanti del Mipaaf e delle Regioni e dovrebbe essere operativo dal novembre 2014. Stessa data per i gruppi di lavoro costituiti da Mipaaf, Agea Organismo Pagatore, rappresentanti degli Organismi Pagatori Regionali e Ismea, che prepareranno il percorso tecnico.
Il termine previsto per il completamento dei lavori è il febbraio 2015. Nel mese successivo dovrebbe essere possibile veder partire la prima Pac precompilata.

È evidente che, qualora tutti i punti dovessero essere sviluppati e realizzati entro i termini previsti ci si troverebbe di fronte a una svolta epocale in un Paese in cui, a livello politico, un trimestre scarso equivale a un battito di ciglia, e in un settore che da decenni vede crescere inesorabilmente la pressione di una burocrazia senza controllo, fuori dai tempi e, spesso, in contrasto con se stessa.

Al pari del decreto ‘Salva suolo’, dato diverse volte come cosa fatta e fagocitato più o meno inspiegabilmente dal leviatano amministrativo e legislativo che prometteva di renderlo esecutivo a stretto giro d’orologio, anche il Piano Agricoltura 2.0 – per quanto sacrosanto e oggetto di plausi plebiscitari – lungo la sua corsa verso la realizzazione pesterà qualche piede, rendendo alcune strutture che vivono di burocrazia obsolete come una lampada a carburo nell’epoca dell’illuminazione a Led, e per questo rischierà di ‘inciampare’ prima del traguardo finale al pari di altre norme altrettanto sacrosante, ma con il grave difetto di voler modificare lo status quo.