"Senza contadini e artigiani l'Italia perderà la sua storia": così esordisce Carlo Petrini, presidente di Slow Food, tagliando il nastro dell'edizione 2014 del Salone del Gusto e Terra Madre: "Le migliaia di persone che si riuniscono a Torino da ogni parte del mondo sanno che qui non si parla semplicemente di cibo, ma si discute del loro avvenire".

E guardando immediatamente in direzione Milano, aggiunge: "Spero che anche l’Expo prosegua su questa scia, trovi un’anima e non sia solo una vetrina del made in Italy per il mondo. Mi piacerebbe diventasse un momento di confronto, un’agorà dove discutere e sottoscrivere impegni riguardanti la biodiversità, l’alimentazione come diritto di tutti, la dignità del mondo contadino, gli sprechi alimentari, la malnutrizione".

Tornando alla manifestazione torinese, Petrini ha annunciato che a Terra Madre quest’anno saranno presenti diversi nuovi contadini “italiani ma che italiani non sono”: "Maghrebini che fanno la fontina in Valle d’Aosta, indiani che mungono le vacche per la produzione di parmigiano reggiano, macedoni che raccolgono l’uva per il Barolo: persone rispettate e ben integrate, alle quali oggi l’agroalimentare di qualità deve molto".

Petrini ha anche sottolineato il ruolo fondamentale dei giovani in agricoltura, ma come riportarli al lavoro agricolo? È questo l’interrogativo che Petrini rivolge al ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, a cui "affido una serie di proposte a costo zero destinate al presidente del Consiglio".

La prima riguarda la legge in difesa del suolo agricolo contro la cementificazione: se si vogliono evitare i dissesti idrogeologici non si può più rimandare. Il secondo suggerimento concerne il rafforzamento delle nuove tecnologie, in modo che i giovani agricoltori possano farsi conoscere più facilmente e vendere i loro prodotti anche grazie a internet. E poi la semplificazione della burocrazia: snellire le procedure per evitare che ci si perda tra le carte bollate. Altra questione è l’università, che dovrebbe essere aperta all’insegnamento dei mestieri dell’agroalimentare, proprio in virtù del fatto che è uno dei pochi comparti della nostra economia che dà segnali positivi. Infine un appello alle banche: aprite linee di credito ai giovani contadini, senza speculare e tenendo conto dei tempi più lunghi che richiede l’avvio dell’attività agricola.

Su molti fronti stiamo già lavorando, a partire dal grande tema generazionale - ha replicato Martina - In Italia il 5% delle aziende agricole oggi è condotto da under 35, vogliamo far crescere questo numero”.

Con Campolibero, nella legge Competitività, abbiamo introdotto ad esempio i mutui a tasso zero per i giovani agricoltori e le detrazioni al 19% per l'affitto dei terreni – ha aggiunto Martina - Sul consumo di suolo abbiamo chiesto al Parlamento di approvare entro l'anno la legge per il contenimento della cementificazione e per il riuso delle aree edificate. Abbiamo presentato un grande piano di investimenti da 2 miliardi di euro per far fronte alle necessità di credito per le imprese del settore, con 8 strumenti su ‘misura’ per l'agroalimentare”.

Accettiamo anche la sfida di abbattere il digital divide nelle zone rurali dove, utilizzando bene i fondi europei, abbiamo impiantano già più di 1000 km di fibra ottica e abbiamo in cantiere interventi per altri 4.500 km – ha concluso il ministro - Questo perché siamo consapevoli dell'importanza strategica della comunicazione anche e soprattutto via web per essere più competitivi e valorizzare la nostra distintività. Infine, ma non certo per ultima, la battaglia alla burocrazia inutile: è un campo dove stiamo concretizzando azioni per liberare le energie delle aziende. Penso al registro unico dei controlli che vogliamo rendere operativo entro l'anno, all'estensione dell'uso della diffida prima delle sanzioni amministrative e alla dematerializzazione di alcuni registri. Anche la legge di stabilità ha confermato che il Governo dà spazi”.