"Sul pianeta lo spreco di cibo vale ogni anno una volta e un terzo l’intero Pil italiano, ovvero circa 2060 miliardi di euro includendo i costi sociali, ambientali ed economico-produttivi".

Lo spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore di Last Minute Market: si tratta di dati Fao emersi con l'ultimo studio Food Wastage footprint realizzato - con la collaborazione dello stesso Segrè - in vista della Giornata mondiale dell'Alimentazione, giovedì 16 ottobre.

I costi nascosti dello spreco di cibo includono lo sfruttamento inutile delle risorse, l'inquinamento generato dallo spreco, i costi per cambiamenti climatici e inquinamento delle falde acquifere, inclusi i costi per i conflitti nel mondo per il controllo delle risorse naturali e i sussidi pubblici per la produzione di cibo che non raggiungerà mai le tavole.

"Costi, dunque -  spiega ancora Andrea Segrè - che includono l’intera filiera dello spreco: dal residuo in campo alla produzione e distribuzione, allo spreco domestico. Un circolo velenoso che ci porta a pagare un conto salato al pianeta, ogni anno: il 30% della produzione mondiale di cibo va sprecata e il solo valore commerciale di questo spreco  supera i mille miliardi di euro annui".

Andrea Segrè, fondatore delle campagne di sensibilizzazione contro lo spreco del cibo in Italia e in Europa, festeggia quest’anno la Giornata mondiale dell’Alimentazione con il suo nuovo ebook, ‘Primo non sprecare’, pubblicato nella collana “i Corsivi” del Corriere della Sera.