E’ stato presentato ieri sera all’Accademia dei Georgofili il libro Toscanacoltura di Massimo Lucchesi (Pacini Editore). Erano presenti, insieme all’autore, l’assessore Gianni Salvadori, il presidente dei Georgofili Giampiero Maracchi e il presidente onorario Franco Scaramuzzi. L’occasione è stata uno spunto per affrontare nuovamente il già dibattuto tema del Pit, Piano di indirizzo territoriale, della Regione.

Maracchi ha aperto la discussione, sottolineando il ruolo storico dell’attività agricola come fonte di reddito e di investimento. “E’ stato così fin dal tempo dei banchieri fiorentini, per cui è importante che oggi il settore primario riprenda il proprio ruolo e si proietti nel futuro, come occasione anche economica per i nostri giovani. Questo volume è stato pensato infatti nella prospettiva della presenza della Regione Toscana ad Expo 2015”. L’assessore Salvadori ha dichiarato di apprezzare e condividere le opinioni dei Georgofili relativamente alla questione del piano paesaggistico e del territorio rurale: “Non si può pensare che i giovani si avvicinino all’agricoltura, se non possono trarne un reddito”.

Il professor Scaramuzzi ha ribadito la necessità di investire i cospicui finanziamenti, che l’Europa ha messo a disposizione del settore agricolo, non spargendoli ‘a pioggia’ ma laddove vi siano iniziative di crescita e competitività: “Deve passare il messaggio che investire in agricoltura in Toscana sia fruttuoso, mentre l’attuale burocrazia fa arenare qualsiasi dinamicità e slancio imprenditoriale”, ha detto. “Il termine pianificazione del paesaggio è orrendo - ha poi sottolineato Scaramuzzi - perché risulta come un’imposizione che blocca la libertà di scelta e di iniziativa degli imprenditori agricoli, che quindi non possono avere reddito. L’unica cosa che la legge deve tutelare è invece la Sau, superficie agricola utilizzata, impedendone la cementificazione e la conseguente perdita di ettari di terra destinati alla produzione; cosa che invece accade da anni, senza che vi sia posto rimedio”.

Infine Massimo Lucchesi, autore del volume, ha descritto il proprio lavoro, svolto nella biblioteca dell’Accademia dei Georgofili, sottolineando come lo studio delle fonti più antiche riveli, ad un'attenta lettura, quanto nel passato i problemi dell’agricoltura siano stati affrontati con molta più intelligenza e lungimiranza rispetto ad oggi. Sarebbe pertanto opportuno, secondo Lucchesi, far conoscere la storia dell’agricoltura e utilizzarla come punto di partenza per affrontare questo argomento nella prospettiva del futuro.