Un piccolo Comune in Val Venosta sta intraprendendo la via dell’agricoltura sostenibile. Il risultato del referendum comunale, con oltre il 70% degli elettori a favore, agevola l’adozione dell’agricoltura biologica in una valle nella quale da sempre domina la monocultura delle mele, con processi industrializzati a base di insetticidi, anticrittogamici e altri agrofarmaci.

Vista l’elevata presenza di agricoltori fra la popolazione di Malles, al centro di uno dei bacini produttivi frutticoli più importanti in Europa, si può affermare che anche la sensibilità degli agricoltori sta cambiando, a favore di un’agricoltura sostenibile per l’ambiente e attenta al benessere dell’uomo – commenta Paolo Carnemolla, presidente di FederBioUn cambiamento che deriva certo da una sempre più elevata attenzione e richiesta da parte dei consumatori di prodotti di qualità, sani e sicuri".

"Gli agricoltori sono consapevoli che la scelta della sostenibilità e del biologico è anche quella che tutela meglio la sopravvivenza economica futura delle loro aziende e del loro territorio" continua Carnemolla.

La via del biologico è scelta da sempre più agricoltori, da molti giovani e anche da numerose donne che scelgono di cambiare vita e di dedicarsi alla produzione di prodotti di qualità e che allo stesso tempo tutelino l’ambiente e la biodiversità – sottolinea Michele Monetta, presidente di Upbio – Un plauso va a chi, con impegno e con trasparenza, porta avanti iniziative di promozione di un’agricoltura sostenibile, che ormai è diventata una vera e propria necessità e che dovrebbe rappresentare una normalità".

Monetta ricorda i dati resi noti dall’Organizzazione meteorologica mondiale dell'Onu che dimostrano come nel 2013  il livello di gas serra nell'atmosfera ha raggiunto un nuovo record, spinto dall'aumento dei livelli di anidride carbonica: "L’aumento tra il 1990 ed il 2013 del 34% del riscaldamento climatico causato da gas come l'anidride carbonica deve far comprendere che le produzioni sostenibili sono l’unica vera via da intraprendere”.

Concludono Carnemolla e Monetta: “Ci auguriamo che il risultato del referendum diventi effettivo e che questa esperienza sia da esempio a molti altri comuni e non solo, alle istituzioni anche a livelli più elevati, per la crescita di una agricoltura davvero sostenibile".