Dal biologico al chilometro zero, dai prodotti sfusi fino alle denominazioni di origine, vola la spesa green: nel 2014 raggiungerà complessivamente per la prima volta i 20 miliardi di fatturato, in netta controtendenza al calo dei consumi alimentari che con la crisi sono crollati ai minimi da 33 anni.

E’ quanto emerge dal Dossier della Coldiretti presentato in occasione del Sana 2014, il salone internazionale del biologico e del naturale in corso a Bolognafiere.

"Se gli acquisti di prodotti biologici confezionati fanno registrare un incremento record del 17,3 per cento nei primi cinque mesi del 2014, quindici milioni di persone - sottolinea la Coldiretti - mettono nel carrello prodotti locali a chilometri zero che non devono percorrere lunghe distanza con mezzi di trasporto inquinanti, mentre solo per i prodotti Dop e Igp si stima una spesa di 13 miliardi di euro, nonostante le difficoltà economiche".

Secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’, ben il 45 per cento degli italiani acquista cibi biologici, regolarmente o qualche volta, con un fatturato stimato pari a 3,5 miliardi nel 2014.

A far registrare il maggior incremento delle vendite dei prodotti confezionati sono pasta, riso e sostituti del pane (+73 per cento), zucchero, caffè e tè (+37,2 per cento), biscotti, dolciumi e snack (+15,1 per cento).
Aumenti più contenuti si rilevano invece per gli ortofrutticoli freschi e trasformati (+11 per cento), le uova (+5,2 per cento), i lattiero-caseari (+3,2 per cento) e le bevande bio (+2,5 per cento).

"Una tendenza raccolta nelle campagne italiane con la superficie coltivata a biologico in Italia che è aumentata del 13 per cento nel 2013 - rileva la Coldiretti - ed ha raggiunto il record storico di 1,3 milioni di ettari grazie all’impegno di 45969 agricoltori".

Molto positivo anche il bilancio della spesa a chilometri zero dal contadino nelle fattorie o nei mercati degli agricoltori con un fatturato complessivo stimato in oltre 3 miliardi di euro.

Cresce anche l'acquisto di prodotti sfusi nel commercio al dettaglio: si sta estendendo nella vendita di prodotti alimentari come pasta, latte, legumi, frutta secca, caramelle e cioccolato ma anche tra i non alimentari come i detersivi.
Con oltre i due terzi del totale, l'agroalimentare è il maggior responsabile della produzione di rifiuti da imballaggio, che si moltiplicano anche per effetto delle strategie di marketing che puntano molto sulle confezioni per favorire le vendite, e a causa della tendenza alla riduzione dei formati a favore dei single e delle famiglie sempre meno numerose.

A fare la parte del leone negli acquisti green degli italiani sono però senza dubbio i prodotti a denominazione di origine e a indicazione geografica, di cui l’Italia ha la leadership in Europa con 263 Dop e Igp, che generano un fatturato vicino ai 13 miliardi di euro.