Si è tenuto lo scorso 6 agosto, nei campi sperimentali Matrìca di Porto Torres, l’appuntamento annuale per condividere con il mondo agricolo i risultati di un altro anno di intenso lavoro per lo sviluppo della coltura del cardo. La sperimentazione si avvale delle competenze di numerosi gruppi di ricerca del mondo accademico e dei grandi centri di ricerca italiani e di imprese esperte nei diversi settori, e sta riguardando un’ampia gamma di discipline: aspetti di meccanizzazione, di produzione integrata, di genetica e di chimica delle biomasse. Nelle macchine è stata inoltre sperimentata la seconda generazione di testate a doppio stadio, capace di mietere in modo continuativo su terreni sassosi, ponendo le basi per una nuova generazione di macchine per la raccolta.

Lo sviluppo della filiera del cardo è strettamente legato all’industrializzazione di una tecnologia italiana prima al mondo che ha dato vita all’impianto Monomeri Matrìca, inaugurato il 16 giugno scorso, e rappresenta un passo fondamentale per l’ integrazione agricola a monte, con possibili ulteriori ricadute nel campo degli oli vegetali, della mangimistica, degli zuccheri di seconda generazione e dell’estrazione di molecole attive. Proprio in tali ambiti sono in corso iniziative in collaborazione con il Cnr, il Cra e l’Enea, con l’Università di Napoli e in avviamento con l’Università di Sassari, ampliando lo studio anche a colture alternative o complementari con il cardo e agli scarti agricoli e mettendo a sistema le capacità di ricerca di Novamont e Matrìca.

L’evento, organizzato nei campi sperimentali Matrìca da Novamont, l’azienda ideatrice delle tecnologie alla base della bioraffineria che da anni sta sperimentando la coltura del cardo per l’ottenimento di intermedi e bioprodotti, nonché responsabile dello sviluppo della filiera agricola integrata per Matrìca, ha visto una folta partecipazione del mondo agricolo del territorio contrassegnata dalla presenza di esponenti di CiaColdiretti, Confagricoltura e Copagri, della ricerca e delle istituzioni locali. La raccolta, effettuata con l’innovativa testata, ha rappresentato un’occasione per condividere i risultati e le esperienze maturati fino ad oggi e i prossimi passi della sperimentazione.




La bioraffineria di Porto Torres punta a sperimentare un modello di relazione agroindustriale innovativo, finalizzato alla realizzazione di una filiera corta radicata nel territorio e a basso impatto, che sia in grado di massimizzare i posti di lavoro locali e la sostenibilità ambientale ed economica di una gamma di prodotti per svariati utilizzi. Le attività in corso rappresentano l’elemento cardine del percorso avviato con gli operatori agricoli sardi per dar vita a un modello di cooperazione basato sulla salvaguardia della biodiversità e delle produzioni autoctone e capace di generare nuova occupazione e importanti opportunità di integrazione al reddito delle imprese agricole locali.

L’attività di sperimentazione sul cardo sta proseguendo, grazie anche al supporto del mondo agricolo, in modo molto positivo e molto incoraggiante. Una volta completata la raccolta di tutti gli ettari coltivati riassumeremo i dati della sperimentazione in un articolo divulgativo, per condividere gli importanti risultati ottenuti quest’anno non soltanto con gli addetti ai lavori, ma anche con le istituzioni e i cittadini” ha affermato Michele Falce, responsabile sviluppo filiere agricole di Novamont.