E’ la frutta fresca a far segnare il maggior crollo dei prezzi con un calo del 10,3 per cento che spinge l’intero settore alimentare verso la deflazione con una riduzione dello 0,6 per cento rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge da un'analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a luglio con il carrello della spesa al minimo dal 1997. A diminuire su base annua sono anche – sottolinea la Coldiretti - i prezzi della verdura che mostrano una flessione dell'8,9 per cento mentre aumentano pochissimo i prezzi della carne bovina (+0,7 per cento) e di maiale (+0,4 per cento).

L’andamento dei prezzi riflette - sottolinea la Coldiretti - in generale una situazione difficile sul lato degli acquisti alimentari che nel 2014 hanno toccato il fondo con i prodotti della dieta mediterranea che sono quelli a subire il maggiore taglio a partire dall’ortofrutta che ha fatto segnare un calo del 3,6 per cento degli acquisti nel primo semestre. I consumi di frutta e verdura degli italiani sono crollati di oltre il 30 per cento rispetto agli ultimi 15 anni per un quantitativo che nel 2014 è sceso addirittura ben al di sotto del chilo al giorno per famiglia, un valore inferiore a quelli raccomandati dal Consiglio dell'Organizzazione mondiale della sanità. Si tratta degli effetti - sottolinea la Coldiretti - della spirale recessiva tra deflazione e consumi che sta mettendo a rischio le imprese e la salute dei consumatori.

Per salvare il settore Coldiretti ha chiesto al Governo una serie di interventi che diano al settore migliori prospettive per il futuro, tra cui la regolamentazione del sistema degli sconti e delle vendite sottocosto nella grande distribuzione organizzata, un meccanismo di formazione dei prezzi che parta dai costi di produzione e maggiori controlli sul rispetto delle norme di commercializzazione e sui prodotti di importazione, troppo frequentemente spacciati per italiani e ha sostenuto la richiesta che il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina ha fatto alla Commissione Ue per l’utilizzo di quanto previsto dal Regolamento comunitario 1308/2013 (Ocm Unica), con un intervento straordinario per la frutta estiva (pesche e nettarine, angurie e meloni) che riguardi sia soci sia non soci di organizzazioni ortofrutticole.