La Commissione europea ha deciso di andare incontro alle richieste dell'Europarlamento, ma anche degli agricoltori e delle cooperative europee, sui criteri per attuare la riforma dei pagamenti che l'Ue versa direttamente ai produttori, e che rappresentano circa 40 miliardi di euro l'anno.

La problematica, rende noto l'Ansa, tocca anche l'Italia e riguarda la parità di trattamento sull'obbligo per il produttore di destinare ad aree ecologiche il 5% delle terre che producono seminativi, se vuole ottenere da Bruxelles gli aiuti ecologici o 'verdi' che rappresentano il 30% dei pagamenti Ue. Una possibilità è quella di coltivare erba medica, fave o piselli: colture che arricchiscono la terra fissandone l'azoto, ma che per la Commissione valgono solo un terzo (0,3%) del valore di altre colture per il calcolo del 5% delle aree ecologiche. La misura aveva sollevato molte critiche in quanto c'era bisogno di tre ettari a erba medica per avere un ettaro a area ecologica.

Ora l'Esecutivo Ue, su iniziativa del commissario all'agricoltura, Dacian Ciolos, ha deciso di portare quella percentuale dallo 0,3% allo 0,7%, con un impatto molto più positivo per i produttori al fine del calcolo dell'aiuto verde.

Il Parlamento e il Consiglio Ue ora hanno fino al 18 settembre (con la possibilità di proroga di ulteriori due mesi) per esprimere eventuali obiezioni.