Soddisfazione del “Fronte Anti Ogm” per la distruzione, avvenuta sabato scorso, a Colloredo di Monte Albano (provincia di Udine), del campo coltivato a mais Ogm dall’agricoltore Giorgio Fidenato. L'operazione è avvenuta ad opera del Corpo forestale dello Stato e su ordinanza della Procura della Repubblica di Udine.

"Ora che la legalità è ripristinata - scrive l'asssociazione NOGM - è il momento di passare dalla protesta alla proposta coinvolgendo in un confronto costruttivo anche la minoranza di agricoltori illusi dalle false promesse delle multinazionali Ogm. L’idea, già avanzata, in precedenza, di Franco Colloredo di Monte Albano , biologo nutrizionista clinico e presidente dell'Associazione NOGM, al biologo Leandro Taboga che collabora con Giorgio Fidenato, nonché a quest’ultimo, è quella di attivare un tavolo di confronto e di  impegno comune tra i protagonisti e gli operatori del settore per  una nuova politica agroalimentare per il Fvg e su scala nazionale, che sia al eco-sostenibile e remunerativa per gli agricoltori e che produca un cibo sano e salubre per i cittadini".

Il presidente dell’Associazione Nogm  ha pubblicato una lettera aperta a tutti gli agricoltori, pro e anti Ogm, del Friuli Venezia Giulia, spiegando le ragioni della necessità di una "nuova consapevolezza che superi il modello di produzione agricola basato sulla chimica e sugli Ogm, modello che si sta sempre più rivelando fallimentare e pericoloso in tutto il mondo, e a dirlo non è il solo fronte Nogm, ma un voluminoso  rapporto scientifico ed economico-sociale dell'Onu (Trade and Environment Review 2013)".

Un appello in cui si chiede anche al governo della Regione FVG di intervenire con la destinazione di una piccola parte dei finanziamenti rivolti all’agricoltura a favore della sperimentazione di varietà di sementi di mais (e di altre piante) adattate all’ecosistema locale, attraverso tecniche di coltivazione eco sostenibili, agro ecologiche e biodinamiche e della riconversione a tali tecniche di agricoltura dolce, da parte di quegli agricoltori, oggi in serie difficoltà di bilancio economico.

"Oltre all’impegno dell’amministrazione regionale e di tutte le forze politiche presenti in Consiglio, nonché delle associazioni e dei professionisti esperti di agricoltura eco compatibile - conclude l'associazione - in grado di elaborare e guidare progetti operativi di sperimentazione e riconversione agricola, saranno necessari anche il coraggio e la fiducia degli agricoltori affinché compiano una scelta di qualità, sulla strada della riconversione biologica delle loro aziende agricole, unico futuro possibile per il Friuli Venezia Giulia e per l’Italia intera, caratterizzata dalla vocazione a produrre eccellenze agro-alimentari attraverso un processo di valorizzazione delle identità territoriali,  piuttosto che intraprendere una vacua competizione con le produzioni intensive e omologate dell’agricoltura d’oltre oceano".