E’ stata una buona riunione, un confronto sereno e costruttivo su come uscire dalla crisi risicola. La Regione farà la sua parte, ma l’impegno di tutti deve essere totale, anche dei produttori che non usano il marchio “Riso italiano””.

Così l’assessore all’Agricoltura del Piemonte, Giorgio Ferrero, commenta la riunione del tavolo del riso tenutasi ieri pomeriggio presso il Comune di Vercelli, che ha visto partecipare tutti i protagonisti della risicoltura piemontese.

Ci sono cose per cui dobbiamo impegnarci, e altre che si possono fare subito - spiega Ferrero - Il fatto denunciato dal presidente dell’ente risi Paolo Carrà, secondo cui solo 104 aziende italiane su 250 che producono riso applicano il marchio dell’ente, “Riso italiano”, ci dice quanto si può operare già ora perché la cultura della garanzia sulla provenienza del prodotto, un elemento necessario per tutelarlo e valorizzarlo, divenga pratica comune in una ottica di sviluppo del settore”.

Abbiamo confermato il nostro impegno nei confronti del Governo per ottenere dall’Unione Europea l’applicazione della clausola di salvaguardia che consente di sospendere immediatamente il sistema tariffario preferenziale a dazio zero per le importazioni dai paesi meno avanzati, in particolare Cambogia e Myanmar, che con il loro riso stanno perturbando gravemente il mercato europeo e italiano - ha riportato Ferrero - Solleciteremo Governo e Parlamento perché venga varata una nuova legge che garantisca il prodotto italiano e i consumatori, attraverso la etichettatura e la tracciabilità, oltre a sburocratizzare il settore sia nella coltivazione che nella commercializzazione del riso”.