I problemi, i dubbi e le domande su cui i consumatori si interrogano quando fanno la spesa rientrano sotto il tema della sicurezza alimentare. Un argomento complesso e delicato che coinvolge la salute e il benessere delle persone e che è al primo posto nei pensieri di una specifica categoria professionale: i dottori agronomi e forestali, la figura professionale chiave per individuare le soluzioni idonee a garantire la sicurezza degli alimenti che finiscono sulle nostre tavole.
La qualità di un alimento dipende fortemente dalla fase primaria della produzione agricola e zootecnica. È anche per questa ragione che l’Ordine dei Dottori agronomi e forestali della provincia di Torino, in collaborazione con la Federazione interregionale dei dottori agronomi e forestali del Piemonte e Valle d’Aosta, ha organizzato lo scorso 12 giugno un importante convegno dal titolo “Strategie agronomiche per la sicurezza alimentare”.
Agronomi, tecnici ed esperti in ambito agro-alimentare, insieme ai relatori Silvana Nicola, Massimo Blandino e Cristiana Peano, docenti del Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino, si sono incontrati a Grugliasco (To) per discutere sulla possibilità di migliorare la sicurezza alimentare a partire dal campo, alla ricerca delle azioni di prevenzione nei settori orticolo, cerealicolo e frutticolo.
"I principali incidenti alimentari del ventunesimo secolo appartengono quasi esclusivamente alla filiera animale – spiega Silvana Nicola in apertura dei lavori – I casi eclatanti della mucca pazza e del pollo alla diossina, che hanno scosso l’opinione pubblica nazionale e internazionale, sono il frutto di una serie di controlli che hanno funzionato e hanno sollevato il problema. La stessa attenzione non viene invece riservata a certi settori dell’ortofrutticolo, dove il rischio per la salute è minore, ma la sommatoria di tanti piccoli casi conduce a un’incidenza molto importante".
Di particolare rilievo in questi mesi estivi l’analisi delle problematiche legate all’ambito frutticolo.
"Il consumatore che acquista frutta di stagione è in genere attento alla presenza o meno di residui di fitofarmaci – prosegue Cristiana Peano – I prodotti ortofrutticoli che finiscono nella filiera della grande distribuzione sono selezionati e controllati, mentre quelli provenienti dalla vendita diretta e dai farmer’s market potrebbero dare qualche problema in più poiché, nonostante questo canale goda di una crescente fiducia tra produttore e consumatore, l’assenza di certificazioni non è in grado di garantirne appieno la sicurezza".
Sono diverse le strade per assicurare un processo di produzione e di consumo sano per i prodotti agricoli, dal seme alla tavola: tra queste, l’utilizzo di acque microbiologicamente pure e di fertilizzanti organici controllati e garantiti al giusto grado di maturazione, la salute e l’igiene degli operatori impegnati nella raccolta e nella cernita e preparazione dei prodotti stessi.
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Fonte: Conaf - Consiglio dell'ordine nazionale dei dottori agronomi e forestali