Ha i chicchi più lunghi e arriva dalla Cambogia senza dazi: è il riso che minaccia il Vialone Nano, il Baldo e il Carnaroli, ovvero le varietà italiane che fanno del risotto il principe dei piatti.

L’allarme è di Coldiretti, che oggi ha incontrato a Venezia il presidente della Regione Luca Zaia e gli assessori all’Agricoltura Franco Manzato e al Bilancio Roberto Ciambetti, il presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato e il vice presidente della IV Commissione consiliare Graziano Azzalin al fine di spiegare le ragioni della mobilitazione che ha coinvolto i risicoltori del nord delle vicine regioni di Piemonte e Lombardia.

“Le tre tipicità coltivate in Veneto occupano oltre 3 mila ettari gestiti da 120 aziende – hanno spiegato i risicoltori del corteo che ha raggiunto Palazzo Balbi sul Canal Grande -  a causa delle riduzioni di prezzo determinate dalla crisi di mercato interno, negli ultimi anni sono state soppiantate dalla specie Indica, che sembra incontrare meglio le esigenze dei consumatori, soprattutto europei, attratti forse dal gusto esotico ma comunque coltivato a km zero, nel rispetto della tutela sociale ed ambientale”.

Una risposta senza dubbio intelligente da parte della professionalità agricola, ma non sufficiente a resistere alla spregiudicata concorrenza asiatica.

"Dalla Cambogia abbiamo importato nel solo primo trimestre 201 il 360 per cento del prodotto - riporta Coldiretti - mentre si sono moltiplicati i pericoli per la salute, con il sistema di allerta rapido europeo che ha effettuato quasi una notifica a settimana per riso e derivati con presenza di pesticidi non autorizzati e assenza di certificazioni sanitarie".

A rischio anche il patrimonio agroalimentare della tradizione gastronomica.
"Le massaie ben sanno e sicuramente lo possono ammettere meglio gli chef stellati che per fare un risotto coi fegatini o un’insalata di riso fresca è meglio questo o quell’altro tipo di chicco - dice Coldiretti - Una distintività messa in discussione da un accordo comunitario, che ha il pregio di aiutare 49 Paesi in via di sviluppo a scapito del made in Italy provocando così la scomparsa della coltura del riso dai nostri territori".

Per questo oggi l’appello di Coldiretti Veneto è indirizzato alla Regione, ma va dritto a Bruxelles tramite il semestre italiano affinchè sia attivata la clausola di salvaguardia che ogni Stato può chiedere viste le gravi ripercussioni al sistema economico, che si dia attuazione finalmente alla legge di etichettatura d’origine per tutti i prodotti oltre che l’applicazione di severi controlli delle merci in entrata.