Confagricoltura Piacenza esprime la propria contrarietà circa le ipotesi ventilate negli ultimi giorni di non prevedere un aiuto accoppiato per il pomodoro da industria nella nuova Pac. La scelta rientra negli ambiti delle autonomie decisionali lasciate ai Paesi membri e l’ipotesi sta suscitando le reazioni unanimi del comparto. “Sottoscriviamo a pieno la lettera inviata dal Distretto del Pomodoro al ministro Martina”– dice Giovanni Lambertini, appena rieletto presidente della Sezione di prodotto Pomodoro da industria dell’associazione e presidente della Sezione di prodotto anche a livello regionale.

Quella del pomodoro da industria è una delle poche filiere completamente organizzate – spiega Lambertini – in questa fase delicata di transizione è bene che sia tutelata, ancor più nella misura in cui l’Unione europea indica la strada dell’aggregazione e dell’organizzazione come la via da percorrere anche ad altri comparti. La scelta di cessare il sostegno in questa fase sarebbe uno shock troppo grande, anche se sono convinto che il premio accoppiato non sia la panacea di tutti i mali e possa talvolta essere stato strumentalizzato a svantaggio dei produttori per contrattare un prezzo di riferimento più basso. Non è il caso di quest’anno - prosegue Lambertini – in cui anche nella nostra provincia le superfici dedicate al pomodoro hanno recuperato la contrazione registrata la scorsa campagna. E' necessario evitare che la scelta del nostro Paese metta gli operatori italiani in una posizione di svantaggio competitivo a livello europeo. Spagna e Francia hanno deciso per un aiuto accoppiato, il Portogallo si sta avviando nella stessa direzione, far mancare ai produttori italiani lo stesso tipo di sostegno significherebbe porre il comparto fuori mercato”.

L’introduzione di un aiuto accoppiato per il pomodoro da industria in Italia richiederebbe non più di 25-28 milioni di euro, ovvero meno del 5% del plafond a disposizione dell'Italia, sottolinea la nota dell'organizzazione, mentre il costo della materia prima pomodoro nel Belpaese, per una serie di problematiche, è uno dei più alti al mondo, anche nel confronto di Spagna e Portogallo (+20%).  “Siamo consapevoli della complessità della problematica – sottolinea Matteo Cattivelli, l'imprenditore piacentino rappresentante di Anga nella Federazione nazionale Pomodoro da industria di Confagricoltura – ma senza sostegno la coltura perderebbe quel piccolo margine di redditività economica che gli alti costi produttivi ancora concedono. Le imprese agricole potrebbero anche riconvertirsi, ma a farne le spese sarebbe certamente l’intero comparto, agroindustria e forza lavoro impiegata nel settore compresi. Il ministro Martina, intervenuto recentemente alla nostra assemblea – conclude Cattivelli - ha dichiarato di volersi fortemente impegnare sull’agroalimentare, vogliamo essere fiduciosi”.