Fare squadra, aprire nuovi mercati, fare in modo che la qualità venga riconosciuta e che la Pac diventi finalmente ciò per cui è stata concepita: un’integrazione al reddito e non il reddito stesso. E poi, superare gli stereotipi dell’agricoltore con la camicia a quadri e gli stivaloni: “Certo a lavorare non vado coi tacchi, ma mi sta bene così”.
Parola di Elisa Franco, 30 anni, da qualche settimana presidente dell’Anga – Giovani Agricoltori di Confagricoltura di Verona, dopo un periodo di reggenza nei sei mesi precedenti.

Una laurea in Giurisprudenza con una tesi in Filosofia del diritto e un anno di esperienza lavorativa per Telepace in Israele fra Betlemme, Nazareth e Gerusalemme non sono bastati a farle passare una fortissima passione per l’agricoltura.

Un legame con la terra “nato per colpa di papà, che fin da piccola mi portava in campagna”, scherza Elisa, che il “praticantato” lo ha fatto sul campo: 160 ettari a Castagnaro, dove la provincia di Verona sdilinquisce verso Rovigo.
Le coltivazioni si alternano fra bietole (destinate all’impianto di lavorazione di Coprob a Pontelongo, nel Padovano), mais, soia e frumento.

“Da due anni e mezzo, di fatto, sono imprenditrice agricola – racconta – e devo dire che in questo periodo ho potuto contare su insegnanti meravigliosi, che sono il papà e gli operai che lavorano con noi, dai quali assorbo ogni giorno i risvolti pratici. Per il resto, leggo moltissimo, perché non si finisce mai di imparare”.
Soprattutto, non si finisce mai di affrontare nuove sfide imprenditoriali. Ne è convinta la presidente di Anga – Giovani Agricoltori di Confagricoltura (“un nome troppo lungo”, commenta), quando parla della nuova Pac e del ruolo degli imprenditori agricoli.
“Siamo come gli artigiani negli anni Novanta, tartassati di tasse – sentenzia -. Adesso che non c’è più niente da raschiare dagli artigiani, è il turno degli agricoltori, che non possono delocalizzare. Così non va bene”. Bisogna comunque andare avanti. E fra le opportunità che potrebbero delinearsi per quelle aziende agricole che non hanno l’allevamento, il piano di rilancio delle colture proteiche.

Si parla di misure specifiche a sostegno della soia italiana, Ogm free. Ed Elisa, personalità difficilmente omologabile anche nei canoni più liberisti di Confagricoltura, intravede un’opportunità in un eventuale piano di soia made in Italy e Ogm free. “A patto – precisa – che gli sforzi economici che gli agricoltori devono sostenere per produrre soia non Ogm venga ricompensata. Altrimenti è assurdo non poter avere alcuna possibilità di scelta fra Ogm, tradizionale e biologico e non poter contare su agevolazioni in termini di Pac, defiscalizzazione del gasolio o altre misure specifiche”.

L’Italia, d’altronde, “non potendo competere con le grandi estensioni coltivate a Ogm, deve sfruttare altre leve. Non possiamo più permetterci che il mais italiano venga pagato meno del mais rumeno geneticamente modificato. Di questo passo, a farne le spese sarà la possibilità di confrontarsi all’interno dell’Unione europea stessa, tenuto conto che già oggi i produttori di mais italiani devono fare i conti con un deficit nei confronti del mercato globale”.

Una delle sfide di Elisa Franco alla guida dei Giovani agricoltori della provincia di Verona sarà quella di aggregare il maggior numero possibile di young farmers.
“Al momento abbiamo una ventina di iscritti – nota – ma l’obiettivo alla fine del triennio è arrivare a 35, coinvolgendo quei giovani che hanno un’azienda agricola e che credono sia sufficiente essere iscritti a Confagricoltura. Bisogna invece che partecipino anche alle attività dell’Anga e che capiscano che una lettera o un documento inviato in Regione con un’unica firma e uno invece che può contare sul sostegno di un’organizzazione come Anga ha tutto un altro peso”.

Non è tutto. Nell’associazione che Elisa Franco sogna c’è anche “un confronto più stretto fra senior e junior, con una maggiore comunicazione”. Se oggi non ci sono forse problemi nel rilanciare la figura dell’agricoltore, che oggi sembra andare molto di moda, la questione vera, secondo la presidente dell’Anga – Giovani Agricoltori di Verona , è trasmettere l’immagine corretta di ciò che sono e di ciò che fanno. “Per questo abbiamo deciso di partecipare a tutte le manifestazioni inerenti all’agricoltura di Veronafiere, da Fieragricola al Vinitaly, ma anche a Fieracavalli, tenuto conto del legame forte che lega il mondo del cavallo con la campagna – analizza Elisa -. Inoltre, organizzeremo visite all’estero ed eventi in ambiti non strettamente legati all’agricoltura”.
Come è successo con l’iniziativa organizzata in centro a Verona lo scorso dicembre, con la vendita di magliette a sostegno di un’associazione di volontariato.

Un programma ambizioso, ma alla portata di una giovane imprenditrice che dalla giurisprudenza è passata all’agricoltura. La scelta perfetta, anche se il trattore si guida senza i tacchi.