Gli oli extra vergine a denominazione di origine europea confermano la loro quarta posizione nella graduatoria Ue dei riconoscimenti di prodotti a denominazione per settore con 114 riconoscimenti al 20 gennaio. Degli oli di qualità riconosciuti il 37,7% è rappresentato da marchi italiani, pari a 43, mentre più distanziati figurano altri Paesi come la Grecia (29) e la Spagna (27).

La suddivisione regionale del numero di denominazioni continua a rispecchiare la specializzazione produttiva dell’olio in generale: la regione nella quale si registra il maggior numero di riconoscimenti è la Sicilia con sei denominazioni, seguita dalla Puglia, dalla Toscana e dalla Campania con 5, poi Lazio con 4. Tra le province con maggiori riconoscimenti di oli Dop e Igp, quelle più rappresentate continuano ad essere Trapani e Siena. I dati emergono al Sol &Agrifood di Verona durante il focus organizzato da Unaprol sul tema: "Qualità dei territori, l’offerta delle Dop dell’olio di oliva". Nel 2012, secondo i dati Istat, hanno contribuito alla produzione di oli Dop e Igp 19.192 aziende agricole, su una superficie di circa 106 mila ettari con 1.879 imprese di trasformazione. La produzione certificata nel 2012, rispetto al 2011 ha subito una contrazione del 2%, attestandosi su un livello pari a 11 mila tonnellate.

Per quanto riguarda l’export, le vendite oltre frontiera di oli Dop e Igp sono quasi sempre aumentate in volume nell’ultimo triennio e in particolare nel 2012. Sono state esportate, sempre con riferimento al 2012, 5918 tonnellate di olio certificato per un valore di 51 milioni di euro. Occorre tener presente che la Dop Terra di Bari ha un notevole peso sulle esportazioni, pari al 44% (con 2648 tonnellate per un valore di 25 milioni di euro); segue l’Igp Toscano con il 37% (2200 tonnellate per un valore di 20 milioni di euro). Queste due denominazioni mostrano una forte connotazione di produzioni orientate all’esportazione.

Da una recente indagine effettuata da Federdop con un panel di consumatori è emerso che il 46% degli intervistati individua tra gli 8 e i 12 euro la fascia di acquisto degli oli Dop. Il 96% del panel di acquisto è stato in grado di riconoscere l’olio Dop dal gusto, utilizzandolo a crudo (75%), e in sostituzione dell’extra vergine convenzionale (52%). Il 68% degli intervistati ha iniziato a informarsi sull’olio Dop, soprattutto attraverso la rete ed è molto più erudito rispetto al disciplinare di produzione. La categoria dell’olio Dop continua ad essere percepita come di nicchia per l’88% dei consumatori con un rapporto qualità prezzo abbastanza equilibrato.