La task force Per un’Italia libera da Ogm, composta da 39 associazioni, lancia un appello al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al governo perché emani con effetto immediato un decreto contro le semine Ogm e, a partire dal semestre italiano, si impegni ad impedire coltivazioni geneticamente modificate nel continente.

Si è svolto ieri all’Agorà di Expo Milano 2015 del Castello Sforzesco l’incontro “Verso Expo 2015: Nutrire il pianeta senza Ogm”, cui hanno partecipato il coordinatore della Task Force Stefano Masini responsabile ambiente della Coldiretti; Manuela Giovannetti del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Pisa; Simone Vieri, del Dipartimento di Management dell’Università Sapienza di Roma; Wes Shoemyer, un agricoltore statunitense in lotta contro le multinazionali OGM. In chiusura, la conversazione con Giulia Maria Mozzoni Crespi, presidente del FAI, Fondo Ambiente Italiano.
A un anno da Expo 2015, la task force lancia l'allarme Ogm: il prossimo 9 aprile il Tar si pronuncerà sul ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais MON810. Se il ricorso fosse accolto, scrivono i promotori in una nota, "si rischierebbe di aprire la strada a semine incontrollate di colture geneticamente modificate. Tutto il comparto agricolo ne risulterebbe gravemente compromesso: un colpo durissimo per i nostri prodotti,  il “made in Italy”, le produzioni biologiche, le esportazioni e per la libertà di scelta dei cittadini".

A indicare come la strada delle coltivazioni transgeniche sia una "scelta senza ritorno per l’agricoltura", ribadisce la task force, è la testimonianza che proviene dai Paesi che hanno scelto l’agricoltura Ogm: negli Stati Uniti, dove il 73% dei semi è stato geneticamente modificato per tollerare gli erbicidi". "In Italia - hanno detto i partecipanti all’incontro - abbiamo ancora la possibilità di scegliere e di fermare l’agricoltura geneticamente modificata ma è necessaria una forte sensibilizzazione dell’opinione pubblica. Le aziende agricole italiane hanno una superficie media di 8 ettari. Con queste superfici un'azienda che si basa su monocoltura di mais impoverisce il suolo, riduce al minimo il lavoro e non riesce comunque a dare reddito all'agricoltore. Un'azienda biologica e diversificata che produce prodotti di qualità e vende a filiera corta fa servizio per il territorio: può dare più lavoro, più ambiente e più reddito agli agricoltori".


È prevista una giornata di mobilitazione, il 5 aprile, durante la quale saranno allestiti presidi della Task Force in una decina di città italiane del centro-nord per informare i cittadini sulle conseguenze e i rischi di coltivazioni Ogm. I presidi principali saranno a Milano (presso Eataly e al Mercato della terra alla Fabbrica del Vapore), Torino (presso il Mercato di Porta Palazzo), Bologna (il 3 aprile presso Coop Adriatica, Mercato di Mezzo e il 5 aprile al Mercato della Terra di Piazzetta Pasolini), Padova (presso Piazzetta Garzeria),  Firenze (presso Eataly), Perugia (Mercato settimanale di Pian di Massiano e Mercato biologico di Piazza Piccinino).