Il cibo made in Italy è sempre più strategico nell’ottica della ripresa dell’economia. A dirlo è l'Istat, che nel suo rapporto sul commercio estero nota come nei primi sette mesi dell’anno l’export agroalimentare ha registrato un aumento del 7 per cento, contribuendo sia a mantenere in territorio positivo le esportazioni nazionali (+0,2 per cento tra gennaio e luglio), sia a bilanciare il crollo della domanda interna (-4 per cento).

Solo a luglio le vendite oltreconfine dei prodotti freschi dell’agricoltura crescono del 10 per cento tendenziale, quelle dei prodotti alimentari del 6,9 per cento. "Vuol dire - nota la Cia - Confederazione italiana agricoltori - quasi tre volte l’aumento medio dell’export, che si attesta al +3 per cento annuo".
La Cia ricorda che il vino è tra i maggiori “traini” delle esportazioni tricolori, con un incremento superiore al 9 per cento e vendite sui mercati globali che potrebbero toccare per la prima volta i 5 miliardi a fine anno, stabilendo un nuovo record storico.

"Per questo aver coinvolto finalmente le organizzazioni agricole nella cabina di regia per l’Italia internazionale è stato importante -osserva la Cia - E’ un passo fondamentale per promuovere tutto il made in Italy, di cui l’agroalimentare è ambasciatore nel mondo. Allo stesso tempo, però, bisogna lavorare per rafforzare la capacità delle imprese agricole di esportare e investire all’estero, creando strumenti normativi ad hoc, semplificando e razionalizzando le risorse, lavorando sulla frammentazione dei soggetti coinvolti".