Bevande alcoliche sono state prodotte e commercializzate come sambuca da almeno 11 aziende, localizzate dall’Italia al Sud Africa, dalla Spagna al Regno Unito anche se non rispettano i requisiti previsti dal Regolamento comunitario 110-2008 per questo tradizionale liquore.

La violazione più evidente è quella del principio cromatico: la sambuca, regolamento alla mano, deve essere “incolore” e dalla ricerca internazionale comparata effettuata da Bertagni Consulting srl per conto di Molinari Italia spa, è emerso che sono in commercio, soprattutto nel Regno Unito, milioni di bottiglie di “sambuca” che variano dal rosso al verde, all’azzurro.

Nel dossier “Sambuca comme il faut” sono state individuate le aziende, gli importatori e i distributori delle bevande alcoliche spacciate per “sambuca”, ponderato l’impatto economico del fenomeno,  studiati i metodi di presentazione e vendita di questi prodotti che possono definirsi non-sambuche non solo per le anomalie giuridiche – violazione del Reg. 110/2008 – ma anche per il tipo di consumo totalmente differente da quello delle sambuche tradizionali e quindi trasparenti.
Mentre, infatti, la sambuca tradizionale si gusta, e quindi se ne bevono in genere uno o due bicchierini, le non-sambuche colorate si trangugiano come accadeva per la tequila boom-boom. Questo da sempre. Le sambuche colorate nascono in Sud Africa, agli inizi degli anni 90 e sono considerate già allora da tutte le etnie, da quella boera a quella ‘nkosa, come qualcosa da mandar giù secondo la modalità “uno shottino dopo l’altro” portando a pericolosi abusi.

Abbiamo presentato il dossier alla Commissione europea e alle amministrazioni nazionali più coinvolte in termini di produzione e di commercializzazione di questi liquori colorati venduti come sambuca” afferma Marco Bertagni, direttore di Bertagni Consulting srl, la società che sta coordinando l’azione di lobbying “Sambuca comme il faut” per conto di Molinari Italia spa.

Le prime risposte sono estremamente incoraggianti dal nostro punto di vista”, prosegue Bertagni. “La Commissione Europea ha ritenuto sostanziali le nostre argomentazioni ed ha accolto la nostra denuncia. Questo non significa che si arriverà necessariamente ad un procedimento di infrazione, ma è quello che speriamo. Il Defra, ministero dell’Agricoltura inglese, ha già emanato una circolare a tutti gli organi di controllo sul territorio, fornendo chiare e dettagliate indicazioni di merito che riconoscono l’illegittimità di questi prodotti alcolici commercializzati come sambuca”.

Il nostro obiettivo è favorire l’inibizione dal commercio di questi prodotti che ingannano il consumatore e far emergere la ratio del Regolamento 110-2008, evitando che quest’ultima venga assorbita e annientata da cavilli di vario genere che consentono di aggirare la norma. Se il Regolamento recita che la sambuca debba essere “incolore” o questo aggettivo è un orpello giuridico caduto incidentalmente nel testo, oppure va considerato come elemento sostanziale sullo stesso livello del grado alcolico minimo e del contenuto di anetolo che sono previsti per la Sambuca” conclude Bertagni.