C’è qualcosa di paradossale nel fatto che l’Italia, superpotenza nella produzione vinicola, non sia rappresentata all’Institute of masters of wine (Imw), il gotha delle organizzazioni legate ai doni di Bacco, che dal 1955 forma i più qualificati e influenti esperti internazionali di vino.
Entro un paio di anni, però, almeno questo, tra i molti paradossi del Bel Paese, dovrebbe risolversi, almeno stando a quanto emerso a Roma nel corso della presentazione dell’ottavo Simposio mondiale del vino dei Masters of wine (Mw), organizzato da Imw e dall’Istituto del vino grandi marchi (Igm) e che si terrà a Firenze dal 15 al 18 maggio 2014.

Gli attori in scena
Igm è un’associazione nata nel 2004 che riunisce le 19 cantine icona dell’enologia nazionale distribuite su 12 Regioni. Presieduto da Piero Antinori, Igm rappresenta in tutto il mondo l’eccellenza del vino italiano ponendosi, in molti mercati, quale portabandiera e apripista dell’intero settore, con programmi di formazione e di educazione rivolti alla valorizzazione del brand “Italia”. 
Grazie a investimenti privati di diverse decine di millioni di euro, nei suoi 9 anni di vita ha realizzato 231 missioni internazionali di promozione e incontrato più di 45mila gli operatori e decision maker nei mercati target per il vino italiano, tra cui Brasile, Canada, Cina, Corea, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, India, Singapore, Taiwan, Thailandia, UK e USA. Con un vigneto coltivato di 6.930 ettari, l’Istituto esprime un fatturato di quasi 500 milioni di euro di cui il 60% realizzato all’estero, con un’incidenza del 6,5% sul valore dell’export nazionale. Tra i principali mercati di destinazione dell’export dei Grandi Marchi, l’Unione europea (38%), seguita da Usa (21%), Canada (14%), Asia (8%) e Russia (4%).


Piero Antinori, presidente dell ’Istituto del vino grandi marchi

Il simposio
‘Identità, innovazione e immaginazione’ sono le parole chiave e le linee guida del Simposio quadriennale che dopo Bordeaux, Napa Valley, Vienna, Perth e Oxford giunge per la prima volta nel nostro Paese. Sono previste 11 sessioni di lavoro alle quali parteciperanno la comunità dei Mw, opinion leader e maker internazionali, oltre agli attori della filiera italiana ed estera. Sotto la lente del Simposio comunicazione, marketing contaminato con il mondo del lusso, della moda e della musica, indagini e matching tra le case history vitivinicole del mondo.
“L’Italia deve affermarsi maggiormente anche come opinion leader del settore – ha detto il presidente Antinori –. I Masters of wine lo sono, grazie a una profonda conoscenza dei prodotti internazionali e l’influenza presso tutti i canali di sbocco della filiera, dall’horeca ai principali media, dalle aste ai distributori e importatori di tutto il mondo, a partire dai mercati emergenti”.

“C’è molta attesa per il nostro primo evento italiano – ha dichiarato il presidente del comitato organizzatore (e past president) dell’Institute of Masters of wine, Lynne Sherriff -. La nostra accademia vanta un profilo sempre più globale ed è importante per noi intensificare i rapporti con uno degli epicentri mondiali del vino. A Firenze – ha concluso la Sherriff – partiremo dall’analisi delle radici dei luoghi e dei processi di vinificazione per scoprire i segreti di un successo planetario di un prodotto che è diventato simbolo di lifestyle a livello mondiale ”.