Oltre 190 partecipanti, 30 presentazioni e 40 poster di aziende, università e centri di ricerche nel campo dell’applicazione industriale delle biotecnologie e della bioeconomia. Sono questi i numeri della seconda edizione di Ifib, il Forum italiano sulle biotecnologie industriali e la bioeconomia, che ha preso il via ieri, martedì 23 ottobre, e continuerà oggi, mercoledì 24, a Milano a Palazzo Turati.

Organizzato da Assobiotec, l’Associazione per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica, Innovhub-stazioni sperimentali per l’industria e Italian Biocatalysis Center, Ifib è il primo evento italiano dedicato interamente alla bioeconomia, dove relatori si confrontano sulle politiche da implementare per far sì che l’Italia possa favorire una crescita economica sostenibile rispondendo, grazie alle biotecnologie industriali, alle sfide del nuovo millennio: superamento della dipendenza dal petrolio e dalle altre fonti energetiche fossili, aumento della popolazione mondiale e cambiamenti climatici. Il forum è articolato in sessioni dedicate alla chimica-farmaceutica, alla biocatalisi, all’ambiente, all’agro-alimentare e all’energia.
 

Alla tavola rotonda che si terrà oggi pomeriggio, 24 ottobre, interverrano: Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, Guido Ghisolfi, presidente e amministratore delegato di Chemtex Italia, Manfred Kircher, presidente del Cda del Cluster tedesco delle biotecnologie industriali (Clib2021), Franco Guarino, country manager Italia e Sud Europa di Veolia Environnement, Lucia Gardossi, docente di Chimica organica all’Università di Trieste, e Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec.
 

La bioeconomiacommenta Alessandro Sidoli – è un settore su cui anche l’Italia deve puntare con forza, come stanno facendo gli altri Paesi europei, la Russia, gli Stati Uniti, ma anche molti Paesi asiatici e sudamericani, se davvero si vuole conciliare la crescita economica del Paese e la creazione di nuovi posti di lavoro con la sostenibilità ambientale. Per raggiungere l’obiettivo serve però una strategia concreta per lo sviluppo della bioeconomia, che ci auguriamo il Governo voglia presto varare perché il Paese possa partecipare da protagonista a questa nuova rivoluzione industriale”.



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