Creato per generare una forte risposta alle soluzioni proposte dai decreti recentemente emanati in tema di rinnovabili, il neonato coordinamento Carte - Coordinamento delle associazioni delle rinnovabili termiche e l’rfficienza energetica, ha chiesto al Governo un incontro e l'apertura di un tavolo di lavoro.

La richiesta, presentata il 27 aprile scorso con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio e ai ministri Passera, Clini e Catania, individua come nodo del problema il ruolo marginale in cui il DL 28/2011 relega solare termico, biomasse, geotermia, pompe di calore, biometano e efficienza energetica.
Il Decreto legge di attuazione della direttiva Ce 28/2009 “destina - si legge nella lettera - nuove importanti risorse a carico delle tariffe compiendo un’analisi costi-benefici non contestuale rispetto alle scelte di incentivazione per le rinnovabili termiche - Fer termiche - e l’efficienza energetica come, invece, è correttamente previsto in sede comunitaria”.

 

Una politica chiara

Proprio in occasione del Salone del mobile, evento milanese di grande rilievo mediatico, il ministro Passera ha annunciato di voler rilanciare la crescita delle aziende competitive nel made in italy. Ciò – ribatte prontamente il Coordinamento – si deve tradurre anche nel rilancio del settore della Green Economy e, in particolare, delle rinnovabili termiche in quanto settore dove l'industria è presente con produzioni nazionali competitive e potenzialmente attive nel rilancio dell'economia del paese”.

Carte, di cui fanno parte AiruAnest, Assolterm, Assotermica, Coaer, Consorzio Geohp, Fiper, Itabia, Italcogen, Ugi, Associazione regionale consorzi forestali lombardi, Lombardy energy cluster e Amici della terra, sottolinea quindi la necessità di recuperare il ritardo fino ad ora accumulato nella definizione di una politica chiara e condivisa.
In particolare, la richiesta portata al governo si orienta verso la definizione di un quadro di misure stabili proiettate al 2020 che comprenda nuovi contributi per i piccoli interventi, una riforma dei titoli di efficienza energetica, l'istituzione del fondo di garanzia per gli investimenti nelle reti di teleriscaldamento, la stabilizzazione dei regimi di agevolazione fiscale e il coordinamento con i sistemi di incentivazione regionale.

 

Un problema europeo

La questione, evidentemente non solo italiana, è stata sollevata anche in ambito comunitario attraverso un comunicato congiunto 'Energy Road Map 2050: né caldo né freddo' sottoscritto dalle principali associazioni europee delle filiere economiche connesse all’utilizzo delle rinnovabili termiche.
Nel testo i firmatari richiamano l'attenzione su un settore ampiamente trascurato in tutti gli scenari della Energy Roadmap 2050 nonostante la sua grandezza in termini dimensionali – raffrescamento e riscaldamento rappresentano il 43 per cento del consumo finale di energia in Europa - ma anche la sua capacità di fornire soluzioni a basso o nullo impatto di carbonio.

L'unione europea – si legge nella lettera – dovrebbe poter contare su possibili innovazioni tecnologiche quali la cattura e lo stoccaggio del carbonio e il massiccio rafforzamento della rete. Fino ad ora – prosegue – una raccolta di dati e informazioni sui mercati del riscaldamento e raffrescamento a livello europeo non è disponibile; da tale mancanza, ne risulta un'insufficiente e inadeguata analisi e modellizzazione su cui basare le politiche”.
Per questo, mentre l'Ue si accinge a definire la futura politica energetica, le associazioni vogliono, con il comunicato, "sollecitare l'adozione di una politica ambiziosa per il raffrescamento e il riscaldamenmto capace di generare una maggiore integrazione globale", finanziando e sostenendo soluzioni locali già disponibili e a bassa emissione di carbonio.

 

Lettera del Coordinamento delle Associazioni delle Rinnovabili Termiche e dell’Efficienza energetica (C.A.R.T.E.)

 

Energy Roadmap 2050: né caldo né freddo