I modelli previsionali più importanti vedono una proiezione molto interessante per la settimana dopo il ponte dell’8 dicembre; una prima corposa perturbazione d’origine artico-marittima giungerà sul Mediterraneo centro orientale, portando il vero inverno in gran parte d'Italia.


Siccità in Romagna, Marche e Toscana

Sono ormai svariati mesi che Romagna, Marche e Toscana fanno i conti con una grave siccità.
Particolarmente colpita è la Romagna, dove la quasi totale assenza di piogge potrebbe costringere ad importanti razionamenti dell'acqua. Il volume della diga di Ridracoli (l’invaso artificiale che fornisce acqua a tutta la riviera romagnola) ha superato il valore di preallarme fissato a 6 milioni di metri cubi. Ad oggi la diga ha un volume di circa 5,5 milioni di metri cubi e, se non piovesse, potrebbe raggiungere la soglia critica, pari a 5 milioni di metri cubi, entro la metà di dicembre, con serie conseguenze per l'approvvigionamento idrico del territorio romagnolo. Si tratta del volume più basso mai raggiunto dalla costruzione della diga.  
Pochi giorni fa il presidente dell’Emilia-Romagna Vasco Errani ha comunicato lo stato di crisi idrica sulla parte orientale della regione, resosi necessario per l'assenza di precipitazioni, che dura ben da quattro mesi e che si protrarrà probabilmente anche per le prossime due settimane.
Lo stato di crisi ha reso necessario il ricorso a riserve idriche alternative, con il prelievo di acqua dalle fonti superficiali della regione, e a misure restrittive per diversi comuni della Riviera: fontane spente, vietato lavare auto e moto, proibito annaffiare giardini, orti e campi sportivi.
Le cause di questa siccità sono da ricercarsi nel regime anticiclonico, ormai da mesi sull'Europa centro-orientale, che ha impedito alla classica circolazione depressionaria atlantica di spostarsi verso est, bloccandola costantemente sul Mediterraneo. L'altra faccia della medaglia sono state le forte precipitazioni sulle coste occidentali della Penisola: in alcune località della Sicilia orientale, in particolare il messinese, sono stati raggiunti accumuli pluviometrici annuali impressionanti, con valori fino a 1500 - 2000 millimetri.

L'Immacolata apre le porte all'inverno
Il ponte festivo dell’Immacolata sarà la resa definitiva di questa lunga fase anomala. Per il momento è attesa una prima debole perturbazione nord atlantica, che andrà ad indebolire la struttura alto pressoria. Visto il periodo e le situazioni atmosferiche, le precipitazioni aiuteranno senz’altro a ripulire l'aria dagli agenti inquinanti.

Già da diversi giorni i maggiori esperti in materia studiano meticolosamente l’andamento della bassa pressione sul polo: i vari indici climatici indicano una parziale estensione verso sud. Gli effetti più evidenti sono percepibili tra il Regno Unito e le Isole Britanniche, dove da diversi giorni soffiano venti impetuosi accompagnati da piogge e forti temporali.

Si avvicina un forte peggioramento?
La prima perturbazione atlantica, seguita da freddi venti polari, avrà solo effetti blandi e limitati ad alcune delle Regioni italiane. La seconda, attesa dopo la prima decade mensile, interesserà più direttamente l'Italia, aprendo poi le porte alla stagione invernale vera e propria.

 

Le giuste basi per la nuova stagione

Un vortice polare molto forte non permette l’elevazione verso nord all'alta pressione delle Azzorre; questa configurazione costringe l’area anticiclonica a espandersi sui paralleli. Ma non appena l'azione ciclonica polare lascerà la presa, si aprirà un varco verso nord che permetterà alla struttura alto-pressoria di fermarsi in pieno oceano Atlantico, come normalmente avviene in questo periodo.
Formulare una previsione accurata oggi è molto difficile, tanto più che i due tra i modelli più autorevoli, Gfs (americano) e Ecmwf (europeo), propongono soluzioni differenti.

Il sistema di calcolo americano ipotizza una discesa molto fredda sulle latitudini mediterranee, quale risultato di un blocco anticiclonico oceanico allungato fin verso la Groenlandia. Il sistema europeo, invece, propone l’affondo artico in pieno Atlantico e di conseguenza una risposta anticiclonica - di natura subtropicale - fin verso le regioni italiane. Le ipotesi appena descritte sono entrambe plausibili: tutto dipende da come si comporterà il vortice polare.

Evoluzione meteo
I primi cenni di un imminente cambiamento si avvertiranno già nella giornata odierna. Venti umidi meridionali raggiungeranno il Mar Ligure e l'alto Tirreno, trasportando nubi localmente associate a piogge tra Liguria e Toscana. Nel weekend l’influenza della perturbazione sull’Italia - pur localizzandosi principalmente sul nord Africa - sarà maggiore. Le piogge, a carattere debole e sparso, si estenderanno sulle regioni del nord e sulle centrali tirreniche; interesseranno più marginalmente le Isole Maggiori e la Calabria.

Come anticipato, si tratterà solo di una prima fase di un peggioramento ben più grave, previsto per la prossima settimana. Questa volta la perturbazione nord atlantica penetrerà più direttamente sull'Italia, seguita da aria fredda dai quadranti settentrionali. I valori termici subiranno un calo notevole, allineandosi con la media del periodo, e la neve tornerà sui rilievi. Qualora dovesse realizzarsi l'irruzione artica descritta in precedenza, dal ponte dell'Immacolata si instaurerebbe una circolazione fredda ed instabile, che causerà nevicate a quote anche medio-basse.

Conclusione
Oggi si apre l’inverno meteorologico e l'autunno lascia il testimone alla stagione fredda; tuttavia, mancano ancora alcuni tasselli perché la circolazione atmosferica subisca modifiche davvero importanti.