Piemonte
Viticoltori cuneesi in apprensione per la recrudescenza della Flavescenza

C'è apprensione tra i viticoltori della Granda per la recrudescenza della Flavescenza della vite. Cattive notizie giungono soprattutto dal Monregalese e dal Doglianese; in tutta la Regione gli addetti ai lavori monitorano costantemente la situazione.

"La malattia preoccupa molto – afferma Cristiano Gallio, tecnico di Confagricoltura Cuneo per l'area monregalese - Quest'anno c'è un proliferare maggiore dell'epidemia rispetto al passato e questo nonostante sia stato alto il livello di guardia mantenuto negli ultimi anni. Purtroppo sono ancora troppi gli incolti che non vengono puliti, nonostante i Comuni invitino i possessori di questi terreni a preservare lo coltivazioni. A questo si aggiunge la reticenza con cui gli hobbisti fanno i necessari trattamenti".

E proprio per il preoccupante aumento della malattia anche nei comuni di Belvedere Langhe, Benevagienna, Briaglia, Castellino Tanaro, Lesegno, Monastero Vasco, Mondovì, Niella Tanaro, San Michele Mondovì, Somano,Vicoforte e Villanova Mondovì, finora dichiarate zone indenni a rischio in base ai rilievi effettuati dai tecnici, il servizio fitosanitario della Regione ha deciso di rendere obbligatori i due trattamenti insetticidi contro il vettore della malattia

"Una decisione obbligata – ha affermato Valter Roattino, direttore della Confagricoltura zona di Mondovì - L'Osservatorio regionale fitosanitario, che durante l'anno monitora i vigneti del territorio con l'instalLazione di trappole sessuali che vanno a catturare il vettore della Flavescenza, ha constatato che nei comuni dove si faceva un solo trattamento il vettore è aumentato. Da qui la scelta di raddoppiare gli interventi".

Non va meglio nelle altre zone della provincia, soprattutto nell'Albese e nel Roero. "Si sono formati piccoli focolai anche in valle Belbo, tra Santo Stefano e Canelli – commenta Antonio Marino, tecnico della Confagricoltura zona di Alba - La situazione è grave ed è peggiorata in tutta la Regione; nella Granda, particolarmente colpiti sono il Doglianese e il Monregalese.Il livello di guardia è sempre molto alto, ma non basta. Il consiglio che mi sento di dare è quello di eseguire correttamente i trattamenti di contenimento del vettore, eseguendo gli estirpi e gestendo bene i terreni incolti. La Flavescenza dorata della vite si previene solo se si elimina l'insetto che la trasmette".

Presso il Comune di residenza o presso i servizi di assistenza tecnica di Confagricoltura è possibile reperire una scheda informativa con gli insetticidi da utilizzare.

Fonte: Autorivari

 

Emilia-Romagna
Censimento agricolo, meno aziende agricole ma più grandi

Diminuisce il numero delle aziende agricole in Emilia-Romagna, ma aumenta la superficie media di quelle attive: lo rileva l'ufficio regionale di censimento dell'Emilia-Romagna, che ha elaborato i primi dati provvisori del 6° Censimento generale dell'agricoltura, diffusi dall'Istat.

Tante conferme e alcune novità emergono dal censimento: la realtà dell'agricoltura sta cambiando.

"Il censimento - ha sottolineato l'assessore regionale all'Agricoltura, Tiberio Rabboni, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei dati - ci consegna una fotografia con luci e ombre". 

"Le luci - ha spiegato Rabboni - sono rappresentate dalla crescita della dimensione media delle aziende e degli allevamenti, dall'aumento del livello di scolarizzazione dei conduttori e dal fatto che il consumo del territorio di pianura freni. Le ombre sono il forte calo delle aziende, soprattutto in montagna e in collina, la diminuzione dei giovani imprenditori e delle colture arboree specializzate. I dati del censimento confermano che le scelte fatte dalla Regione con il Piano di sviluppo rurale sono giuste, con risorse destinate ai giovani e all'ammodernamento delle imprese agricole, alla montagna e ai progetti di filiera per dare valore alle attività". 

Dai dati emergono la sostanziale tenuta della superficie agricola utilizzata (Sau) nelle aree fertili di pianura (-0,8%), l'aumento consistente del ricorso all'affitto dei terreni da parte delle aziende agricole (pari al 40% della Sau totale) e l'aumento delle società semplici e di capitali sia in termini di numerosità sia di Sau.
Rispetto ai precedenti censimenti sono confermate la diminuzione del numero di aziende attive (erano 106 mila nel 2000 alle 73441 del 2010), il calo dei giovani (-47,7% sul 2000) e della Sau nelle aree montane (-20%), l'aumento della dimensione media aziendale (da 10,65 ettari nel 2000 a 14,63 nel 2010) e del numero medio di tutti i capi allevati in stalla (i bovini, ad esempio, sono passati dai 52 ai 76 per stalla).
Le aziende agricole attive rilevate in regione sono 73.441, con una Sau di 1.066.773 ettari.

Fonte: Agrapress

 

Marche
Meno burocrazia con i Caa

Tempi burocratici ridotti a un sesto rispetto al passato, procedure più snelle per aprire un agriturismo o costruire strutture al servizio dell'impresa: sono questi gli effetti del via alla semplificazione burocratica nelle campagne delle Marche, prima regione in Italia a sperimentare l'affidamento ai Centri di assistenza agricola (Caa) di una serie di provvedimenti sino ad oggi di competenza dei propri uffici.

La Giunta regionale, su iniziativa dell'assessore all'Agricoltura, Paolo Petrini, ha approvato una delibera per lo snellimento delle procedure attraverso l'effettivo coinvolgimento dei centri di servizi promossi dai privati. "Sussidiarietà e semplificazione sono due elementi cardine per il progetto di filiera agricola italiana firmata dagli agricoltori - spiegano Giannalberto Luzi, presidente di Coldiretti Marche, e il direttore Angelo Corsetti - e questa iniziativa pone il nostro territorio all'avanguardia a livello nazionale, grazie alla sensibilità dimostrata dalla Regione".

Una volta redatto il regolamento applicativo della delibera da parte degli uffici regionali, i Caa abilitati potranno, attraverso la stipula di apposite convenzioni, istruire una serie di procedimenti amministrativi per i quali bisognava sino ad oggi rivolgersi alla pubblica amministrazione. 

Ci si potrà rivolgere ai Centri di assistenza agricola per ottenere la certificazione della qualifica di imprenditore agricolo professionale, per i permessi per costruire in zona agricola e per ottenere l'abilitazione all'esercizio dell'attività agrituristica, di fattoria didattica e di fattoria sociale, con l'iscrizione negli appositi elenchi degli operatori. Infine, i Caa rilasceranno la concessione di carburante agli utenti di macchine agricole, attraverso le quali ottenere i buoni. Ma a questi adempimenti se ne aggiungeranno molti altri, una volta che il sistema sarà entrato a regime.

Di fatto i centri autorizzati procederanno all'istruttoria delle domande, con la verifica della documentazione e degli altri adempimenti. Si accorciano, come detto, anche i tempi per l'accoglimento delle istanze. Rispetto ai centottanta giorni necessari in passato per il silenzio-assenso, con l'affidamento del servizio al Caa si passa a trenta giorni.

Fonte: Coldiretti Marche

 

Veneto
Carne veneta 2010: bene l'avicolo, tiene il suino, cede il bovino

Il Veneto è ancora leader nazionale per produzione di bovino(Verona, Padova e Treviso soprattutto), nonostante nel 2010 la produzione sia diminuita dell'1,8% rispetto al 2009 (205.300 tonnellate). In tre anni la produzione si è quindi ridotta di quasi il 7%. Sommandosi al calo produttivo la flessione delle quotazioni degli animali da macello, il fatturato del comparto dei bovini da carne è stimato in 453 milioni di euro (-1,5%). L'esame della bilancia commerciale evidenzia una crescita delle importazioni di carni fresche e refrigerate di circa il 5% pari a 4,2 milioni di quintali. In calo le carni congelate (-2,5%). Per quanto riguarda gli animali da ristallo la situazione è leggermente migliorata rispetto al 2009 con quotazioni mediamente in discesa, per quanto diverse a seconda delle razze. Dalla Francia il 70% dei capi vivi (930.000 capi, +2,3% sul 2009). Il Veneto rimane la più importante regione per importazione di capi vivi (621.000 capi) con il 47% del totale (-2,4% sul 2009). In diminuzione i consumi delle famiglie secondo l'Ismea: -4,6% in quantità.

Bene anche il settore avicolo, concentrato soprattutto nella provincia di Verona, in cui si segnala un moderato incremento (+2,6%) rispetto al 2009 pari a 469.000 tonnellate (45% della produzione nazionale). Il fatturato ai prezzi di base è stimato in 583 milioni di euro (+2% sul 2009). Una crescita trainata soprattutto dalla macelLazione dei polli da carne (+3,4%), mentre continua il trend negativo dei tacchini (-2,2% come nel 2009). Il costo di produzione dei polli è aumentato del 5% e quello del tacchino del 2,3%. La produzione di uova è risultata in leggero aumento rispetto al 2009, attestandosi su poco più di 2 miliardi di pezzi (+1%) pari a un valore di 173 milioni di euro.

Scende a 162 milioni di euro (-2% sul 2009) il fatturato del comparto suinicolo veneto (8% del totale nazionale) a fronte di una contrazione produttiva dell'1% (137.000 tonnellate).

Nel 2010 il comparto cunicolo si è trovato in difficoltà a causa sia della contrazione delle quotazioni che dell'incremento dei costi alimentari.

Fonte: Veneto Agricoltura

 

Umbria
Nasce il Centro specialistico per la patologia dei piccoli ruminanti

Con l’imminente riorganizzazione interna dei propri servizi, presso l’Istituto zooprofilatico sperimentale di Perugia (Izsum) nascerà il Centro specialistico per la patologia dei piccoli ruminanti. L’obiettivo di questa nuova struttura è il potenziamento di una capacità diagnostica già consolidata, al servizio degli allevamenti ovini e caprini presenti sul territorio, quale supporto essenziale alla risoluzione di problematiche sanitarie purtroppo ancora largamente presenti, per il miglioramento dell’efficienza produttiva di questo importante comparto zootecnico.

Tra tutte il controllo dello stato d’infestazione parassitaria delle greggi, in grado di ridurne severamente la capacità produttiva e l’adozione di misure per il miglioramento della qualità del latte, che a breve diventerà un parametro di riferimento per il pagamento del prodotto.

L’Izsum già da anni svolge una consistente attività diagnostica negli allevamenti umbri e marchigiani, così come di numerose altre regioni italiane, con risultati lusinghieri che danno forza all’intenzione di consolidare questo servizio nel settore ovino e caprino a livello nazionale. Rimane l’obiettivo prioritario dell’Izsum supportare le aziende zootecniche con attività diagnostiche dirette, piani di campionamento ed analisi, definizione di indirizzi terapeutici corretti, programmazione di appropriati interventi vaccinali, facendo anche ricorso all’eventuale utilizzo di vaccini stabulogeni, prodotti presso l’officina farmaceutica interna all’Izsum.

L’Izsum attraverso il Centro specialistico per la patologia dei piccoli ruminanti intende quindi mettere a disposizione un servizio su ampia scala, fruibile direttamente dagli allevatori o dalle loro rappresentanze, che possa garantire un elevato livello diagnostico di consulenza.

La sede del Centro Specialistico sarà presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale di Umbria e Marche di Perugia. 

Fonte: Istituto zooprofilatico sperimentale - Umbria e Marche

 

Lazio
Tensione alle stelle sul prezzo del latte

"Tensione alle stelle per il prezzo del latte in Cociaria". A comunicarlo è la Coldiretti di Frosinone che "da aprile ha, di fatto, aperto una vertenza che non ha trovato soluzioni per le vie diplomatiche, diventando sempre più critica".

"La nostra mobilitazione – commenta il direttore della Cldiretti provinciale, Paolo De Cesare – continua ininterrottamente da qualche mese, ma siamo giunti a luglio e non possiamo più attendere ulteriormente".

In questi giorni la Coldiretti ha in programma una serie di assemblee con i produttori in molte zone della provincia per esaminare la situazione e concordare le modalità di una manifestazione che si terrà a fine luglio, probabilmente nel capoluogo.

"Condividiamo e partecipiamo alle rimostranze della Coldiretti contro chi non si adegua agli accordi raggiunti sul prezzo del latte al tavolo istituzionale indetto dalla regione Lazio". E' questo il commento diAngela Birindelli, assessore alle Politiche agricole e valorizzazione dei prodotti locali della regione Lazio.

"L'accordo sottoscritto – aggiunge l'assessore – ha valenza regionalee deve essere rispettato in tutte le province con serietà e correttezza da parte di tutta l'industria".

Birindelli ricorda che la Regione "sta lavorando con azioni concrete a sostegno della zootecnia laziale nella visione di un più ampio progetto di rilancio che non può essere certamente compromesso da battute d'arresto dovute alla non curanza dei patti".

Fonte: Agrapress

 

 

Campania
Esteso lo stato di calamità in provincia di Salerno

"Le imprese agricole dei comuni della provincia di Salerno, colpiti dalle piogge alluvionali dello scorso novembre, potranno usufruire delle provvidenze messe a disposizione dal Fondo di solidarietà nazionale.

Abbiamo deciso di accogliere la richiesta della Regione Campania, relativa all'allargamento della delimitazione dei territori danneggiati, per dare il giusto sostegno agli agricoltori colpiti da queste calamità".

Lo ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano, dopo aver firmato il decreto, con il quale ha esteso la delimitazione dei territori danneggiati dalle piogge alluvionali, verificatesi tra l'8 e il 10 novembre 2010, ad alcuni Comuni appartenenti alla Provincia di Salerno. 

Nel dettaglio, i Comuni interessati sono: Laviano, Contursi Terme, Colliano, Roscigno, Postiglione, Ottati, Castelcivita, Acquara, Sant'Angelo a Fasanella, Corleto Monforte, Sicignano degli Alburni, Monteforte Cilento, Sacco, Piaggine, Laurino, Stio, Sassano, Sanza, Montesano sulla Marcellana, San Pietro al Tanagro e Monte San Giacomo.

In seguito alla firma del decreto in questione anche gli agricoltori di questi comuni potranno così fare fronte ai danni subiti dalle strutture aziendali mediante i contributi assicurati dal Fondo di solidarietà nazionale, previsto dal decreto legislativo 29 marzo 2004 n. 102.

Fonte: Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali

 

 

Piemonte
Torino, compromessa la campagna cerealicola

"L'andamento climatico di quest'anno ha fortemente influenzato la produzione dei cereali" rende noto la Confagricoltura di Torino.L'organizzazione fa sapere che grano e orzo, che si stanno raccogliendo in queste settimane, hanno rese piuttosto basse, a causa di un autunno molto piovoso.

In un comunicato, Confagricoltura provinciale informa che per il frumento le rese sono diminuite di circa il 20% rispetto allo scorso anno, con una media di rese di 45 – 47 quintali per ettaro, su un range che va dai 35 q/ha a 55 q/ha. Anche per l'orzo le rese sono decisamente più basse rispetto all'anno scorso, intorno ai 40 quintali per ettaro.

"Complessivamente - afferma il presidente provinciale della federazione, Vittorio Viora - la campagna di quest'anno sarà ricordata per le piogge abbondanti, che hanno compromesso la resa".

Fonte: Agrapress

 

Emilia-Romagna
Patate, non c'è ancora l'accordo sul prezzo

Per la terza volta la Borsa patate di Bologna non ha fissato il prezzo di riferimento per l'accordo regionale. Lo segnala con rammarico la Cia dell'Emilia-Romagna, sottolineando la campagna sia già iniziata e le produzioni quali-quantitative siano nella media.

Con l'accordo regionale i produttori dovrebbero cedere il prodotto a chi lo commercializza e dopo alcuni acconti durante l'annata, gli agricoltori vengono liquidati definitivamente dopo 11 mesi dalla raccolta.

"Da parte nostra abbiamo fatto di tutto per credere in questo sistema in cui le patate vengono stoccate e poi vendute, con tutti i rischi e le opportunità del caso – afferma Massimo Pirazzoli, vicepresidente Cia Emilia-Romagna e produttore di patate. Secondo la Cia non si deve bloccare tutto a causa di pochi operatori commerciali che vogliono fissare un prezzo basso. "Che la Borsa prenda coraggio - conclude Pirazzoli - e che vada ad una votazione in tempi brevi, altrimenti che si chiuda la Borsa e tutte le speranze che abbiamo riposto in questo strumento".

Con circa 6 mila 500 ettari coltivati e una produzione di circa 225 mila tonnellate, l'Emilia-Romagna è uno dei principali produttori di patate a livello nazionale. La produzione è concentrata per oltre la metà nella provincia di Bologna (2.600 ettari circa).

Un polo di eccellenza non solo sul piano quantitativo, ma anche qualitativo, come confermano anche la presenza sempre a Bologna, del Consorzio delle buone idee, detentore del marchio 'Selenella' e del Consorzio per la patata di Bologna Dop. Le varietà più diffuse sono l'Agata e la Primura. Querst'anno la media produttiva si aggira sui 400 quintali per ettaro.

Fonte: Cia Emilia-Romagna